21 APRILE INAUGURAZIONE MOSTRA SU ROCKY MARCIANO

Il mito del campione

(la redazione)

L’orgoglio di essere di Ripa, oggi, si arricchisce con questa edizione, assolutamente speciale, interamente dedicata ad uno degli avvenimenti che senz’altro resterà  nei ricordi di tutti i Riparoli e che sarà  il fulcro delle iniziative ripesi nel corso dell’anno 2007.

E per questa ragione che ringraziamo quanti, principalmente il Vice Presidente della Provincia di Chieti, dr. Umberto Aimola, hanno voluto affidare a questa piccola voce, ma piena di amore per il proprio paese, la divulgazione della bellissima iniziativa di una mostra dedicata al campionissimo Rocky Marciano. Iniziata in sordina due onni orsono, oggi si  pone con prepotenza all’attenzione di tutti gli abruzzesi e non, ampliando gli orizzonti ai confini oltre oceano.

Saluto del Vice Presidente della Provincia di Chieti, con delega allo sport, dr. Umberto Aimola

A sessant’anni dal suo primo combattimento

la Provincia di Chieti ricorda Rocky Marciano, imbattuto campione del mondo di pugilato di origini abruzzesi.

Lo fa con una grande mostra, che verrà  inaugurata il 21 aprile a Ripa Teatina, che ricorda i momenti salienti della carriera sportiva di Marciano ma anche le sue origini, il dramma dell’emigrazione dei suoi genitori, il contesto nel quale Rocco Marchigiano diventa Rocky Marciano.

Grande spazio anche alla boxe italiana degli ultimi sessant’anni con i grandi nomi da Benvenuti a Mazzinghi fino ai giorni nostri, con tanti cimeli e rarità  e, in questo contesto, trova spazio una sezione dedicata al pugilato di casa nostra. Foto e ricordi delle società  di pugilato della provincia di Chieti dal dopoguerra a oggi, con i suoi campioni e i tanti che hanno praticato questo sport bellissimo.

La Provincia continua con l’invito alla pratica sportiva non soltanto attraverso una politica di sostegno alle tante associazioni, o ai grandi eventi sportivi, che coinvolgono migliaia di giovani nelle varie discipline, ma anche con la valorizzazione della storia dello sport attraverso figure significative con le radici nella nostra terra.

Uno stimolo per i nostri ragazzi ma anche un modo per valorizzare il nostro bellissimo territorio con il grande patrimonio di tradizioni, di cultura e di prodotti.

Un grazie sentito alla Pro-loco di Ripa Teatina che con noi organizza la mostra e gli eventi collaterali, al Comune e a tutti quelli che credono, insieme a noi, a questo grande progetto e hanno messo a disposizione tempo, materiale e ricordi per la sua migliore riuscita.

A tutti un arrivederci al 21 aprile.

dott. Umberto Aimola

ARTICOLO IN FASE DI REVISIONE! CI SCUSIAMO PER IL DISAGIO

Il Sindaco Dr. Mauro Petrucci

Tornare ad ospitare Rocky Marciano nella terra che diede i natali ai suoi avi è più di un’operazione di recupero della memoria, comunque così importante per la nostra cittadinanza: è una vera e propria impresa culturale che restituisce all’Abruzzo intero una delle figure più fulgide della sua storia, i cui personaggi, anche se spesso ne ignora l’origine, hanno realizzato grandi idee e grandi progetti in tutto il globo. Aver ottenuto la possibilità di portare una mostra internazionale, articolata su quattro mesi e decine di eventi, a Ripa Teatina è un orgoglio per tutta la nostra comunità, che già quarant’anni fa si strinse attorno al “campionissimo” che tornava in Italia per conoscere la terra dei propri nonni, e un importante risultato per l’amministrazione comunale che è riuscita nell’obiettivo che si era prefissato al termine della scorsa edizione del “Premio Rocky Marciano” con un’attenta mediazione e grazie all’apertura e alla disponibilità del vicepresidente della Provincia, Umberto Aimola.

     La storia di Rocky è un patrimonio dell’umanità che ha affascinato il mondo, ma ancora di più è una storia che appartiene a Ripa Teatina, popolo di onesti e laboriosi cittadini, che accoglierà nei quattro mesi della mostra rappresentanti di ogni parte del mondo, che verranno a celebrare e ricordare il mito del campione imbattuto, che ha vinto la povertà dell’emigrazione per dare un riscatto sociale a tutti gli italiani che sono stati costretti ad allontanarsi dalla propria patria. Per questo è a loro, a tutti gli emigranti, ripesi e non, che è dedicato questo evento che porterà il nome di Ripa Teatina in tutto il mondo.

dott. Mauro Petrucci Sindaco di Ripa Teatina

Il Consigliere Provinciale Dr. Amedeo D’Ortona

   Nel porgere il mio saluto, desidero ricordare e sottolineare che Rocky Marciano appartiene  a quell’impresa memorabile, a quella epopea dell’emigrazione dei primi anni del secolo scorso, allorché migliaia di abruzzesi insieme ad altre migliaia di meridionali lasciarono le proprie case per cercare fortuna «in terre assai lontane». Affrontarono i pericoli dell’oceano e i rischi dell’incognito per raggiungere le Americhe, considerate allora la «Mecca e il miraggio»  di  un lavoro  sicuro e quindi del benessere. La disperazione e la miseria spingevano quei nostri fratelli ad affrontare sacrifici durissimi !

   Ma la storia ci dice che il benessere non abbia raggiunto tutti giacché molti toccarono quelle terre lontane senza venir fuori dalle sofferenze della povertà.

   A Ripa, comunque, toccò la buona sorte di avere tra i suoi emigranti un figlio «fortunato nella sfortuna» perché i suoi sacrifici furono coronati dal successo; mi riferisco a Rocky Marciano la cui fama è ancora oggi presente sebbene siano trascorsi quarantenni dalla sua tragica e prematura scomparsa.

Brockton BlockBuster, il «bombardiere di Brockton» (è il nome della sua città nel Massachussets), è ancora l’unico campione del mondo  di pugilato di  pesi  massimi a essersi ritirato imbattuto.

   Ma Rocky Marciano rappresenta, oltre ai primati sportivi, anche l’egemonia della stima e del ricordo che coinvolge tutta la nostra Regione al punto che è diventato un leggendario campione di boxe.

   Recentemente nelle sale cinematografiche è stato presentato il film Rocky Balboa che conclude la saga cominciata trenta anni or sono, dedicata al boxer più famoso della storia del cinema, interpretato da Sylvester Stallone. Questo attore ha manifestato il suo rammarico per non aver potuto visitare Brockton, città  del nostro campione al quale è ispirata la pellicola Rockhy Balboa. Sarebbe interessante invitare  l’attore Stallone a visitare il nostro Paese, fortemente legato alle origini del grande pugile,  per inaugurare un “museo della boxe”.

   Con questo auspicio desidero concludere il mio saluto.

Dott. Amedeo D’Ortona Consigliere Provinciale

Primi passi verso il giusto ricordo

(la redazione)

Con il rientro dagli USA della delegazione italiana composta dal Vice Presidente della provincia di Chieti  dr. Umberto Aimola, dal sindaco di Ripa Dr. Mauro Petrucci e dal Presidente della Pro Loco Kristian Toppa, hanno avuto inizio i preparativi per la 3° edizione del Premio “Rocky Marciano”. Nato in sordina due anni fa, il premio è assurto a livello nazionale. La visita nella città di Brockton, nel Massachussets, paese d’origine del campione imbattuto, aveva lo scopo di acquisire nuove testimonianze in vista della mostra del 2007 nel nostro paese. La delegazione ha incontrato il sindaco James Harrington, i fratelli del pugile, Peter e Louis, e amici del campione. Da tutti accoglienza calorosa e la promessa di invio di materiale per la mostra. Nelle parole del sindaco Mauro Petrucci, l’emozione “.. di visitare la città natale di Rocky,  un paese che vive nel mito del grande pugile originario della nostra terra”, ma soprattutto nell’aver trovato una grande disponibilità da parte  di amici, familiari e autorità, a collaborare alla realizzazione di questa mostra in memoria di Rocky e che prenderà il via il 21 aprile 2007 per concludersi nel mese di settembre, arricchendo la programmazione della nostra estate. La presentazione del 3° premio “Rocky Marciano” indetto dall’Assessorato alla Sport della Provincia di Chieti, Pro Loco e Comune di Ripa Teatina, è stata fatta nella città di Roseto lo scorso dicembre 2006 presso la sede del Comitato Regionale della Federazione Pugilistica Italiana. Erano presenti il vice presidente della Provincia di Chieti dr. Umberto Aimola, il presidente  della FBI Sig. Falcinelli, il presidente del Comitato Regionale FBI abruzzese  Mimì Di Battista, il sindaco di Roseto Sig. Di Bonaventura, il sindaco di Ripa Teatina dr. Petrucci. Questi nel suo saluto ha rinnovato il legame tra Ripa Teatina e Brockton e l’orgoglio degli emigranti per essere figli di una terra che non li ha dimenticati. L’inaugurazione della mostra del 3° premio “Rocky Marciano” avverrà in occasione dell’inaugurazione del volo Pescara-USA, alla presenza di circa 400 giornalisti americani. Sarà allestita una mostra sulla vita del campione e promossa l’immagine della nostra regione oltre oceano.  Il presidente della Federazione Pugilistica Italiana Falcinelli, riscontrando correlazioni tra la vita del Campione di Sequales ed il grande “Rocky”, si è impegnato, a sua volta, a portare in Abruzzo la mostra di Carnera. Con l’impegno anche di una manifestazione di pugilato tra le rappresentative dilettantistiche del Massacchusset e dell’Abruzzo e, ove maturassero concrete opportunità, un incontro ufficiale tra le rappresentative dilettanti della Nazionale Italiana e quella USA. Da parte sua , il presidente del Comitato Regionale FBI abruzzese  Mimì Di Battista  ha promesso tutto il suo impegno affinché venga disputato a Ripa Teatina un Campionato del mondo professionisti.

1990.Mario de Marco, presidente della Pro Loco ha così voluto ricordare la storia della nascita del monumento al campione.

“Per poter comprendere lo straordinario valore della figura di Rocky Marciano, dobbiamo riportarci agli anni 50-60, quando il Campione, a suon di vittorie, ha costruito la più straordinaria carriera pugilistica di tutti i tempi.

  Subito dopo la seconda guerra mondiale, l’Italia era ridotta un cumulo di macerie, con il popolo ridotto alla fame, senza lavoro, ma con il desiderio di rimettersi in cammino e riacquisire la sua identità, la sua fierezza che da sempre contraddistingue la nostra gente.

 L’eco delle gesta di Marciano inorgogliva gli italia e li spronava alla ricerca di quella dignità mai dimenticata.

  Il popolo di Ripa Teatina, della Provincia di Chieti e di tutto l’Abruzzo, più degli altri godeva dei successi di Rocky e da allora in paese si incominciò a pensare di immortalare la figura del Campione con qualche particolare realizzazione a Lui dedicata.

  Si costituì un comitato spontaneo di cui faceva parte anche il nipote del Campione Valter Marcheggiani, per redigere un monumento, ma la sua realizzazione non era cosa facile e quindi passarono degli anni. Verso la fine degli anni 70,

la Pro-Loco di Ripa Teatina, fece proprio il progetto e lo mise in programma, ma per mancanza di fondi non si riusciva a concretizzare la sua realizzazione.

Nel 1989, grazie ad un contributo devoluto dalla Regione Abruzzo di 4 milioni di lire,(anche se era poca cosa in confronto al costo dell’opera, ma pur sempre una spinta) finalmente

la Pro-Loco,  diede l’incarico all’artista teatino Luciano Primavera, che senza perdere tempo ha iniziato a plasmare il monumento. Man mano che l’Artista lavorava la la terra amorfa prendeva sempre più la forma di Rocky Marciano.

Durante la realizzazione l’opera è stata oggetto di diverse visite da parte dei ragazzi delle scuole di Ripa che fecero dei disegni che vennero anche messi in mostra.

Finito di plasmare il modello in terra, venne fatto il calco e portato a Verona c/o la fonderia artistica” Bruscolin” per la fusione del monumento con la tecnica della” cera Persa”. Senza dilungarsi nei passaggi tecnici per la definitiva realizzazione del monumento, una volta terminato il lavoro, è stato riportato a Ripa. Ma i problemi non erano per niente finiti.

La Pro-Loco chiese all’amministrazione Comunale di Ripa un’area idonea per poggiare il monumento ed un contributo per il suo pagamento, ma non ebbe nessuna risposta nè sull’area tanto meno sul contributo, così il bronzo è rimasto per diversi mesi nel garage del sottoscritto. Finalmente il presidente della Provincia di Chieti Prof.Arduino Roccioletti, diede l’autorizzazione di poggiare il monumento nell’aiuola a fianco alla chiesa di San Rocco, dov’è tuttora.

La copertura finanziaria dell’ opera ha avuto momenti molto difficili, poiché le promesse fatte alla vigilia da parte degli enti locali e sponsor, si sono rivelate di fatto un mucchio di chiacchiere. Per poter pagare la fonderia, il sottoscritto ha dovuto accendere un mutuo personale c/o

la Cassa di risparmio di Ripa Teatina dell’importo di 20.000.000 di lire e onorare gli impegni assunti, il mutuo è stato sottoscritto da alcuni amici a garanzia della mia persona. Comunque, grazie alla valida collaborazione del direttivo Pro-Loco presieduto da Gaetano Angelucci, nei due anni successivi il debito è stato estinto.

Il monumento è stato inaugurato il 10 settembre 1990, in pari data

la Pro-Loco, ha affidato al Comune di Ripa e a tutta la cittadinanza, la sua custodia e la sua cura, affinché restasse per i posteri un ricordo tangibile dei cittadini di Ripa teatina nei riguardi del grande Rocky Marciano che non fu solo un Campione del mondo di pugilato, ma è stato”IL CAMPIONE”, 49 incontri senza mai patire l’umiliazione della sconfitta. Nell’Aprile del 1956 Rochy si ritira imbattuto dai combattimenti , primato che ancora adesso detiene.

L’amministrazione Comunale di Ripa Teatina presieduta dall’Ing. Stefano Di Virgilio, dedicava al Campione una strada comunale che porta ai nuovi impianti sportivi.”

Mario De Marco

Luciano Primavera. Lo scultore.

L’artista, autore del monumento in bronzo, porta il nome del Prof. Luciano Primavera. Nato a Guardiagrele (ch), vive da anni a Chieti. Ha frequentato il “Magistero d’arte” e la “Scuola del Nudo” presso l’Accademia di Belle Arti di Firenze. Già ordinario di Disegno  e Storia dell’Arte nel Liceo Scientifico di Chieti. Pittore e scultore, ha collaborato, quale vignettista, con testate giornalistiche nazionali; ha arricchito con le sue opere la cultura artistica di molti paesi. La preparazione dell’opera è partita dall’analisi della vita del personaggio per capire le emozioni e gli stimoli di un atleta nello sviluppo della propria attività sportiva. Dopo lunghi studi sull’anatomia del corpo umano, l’analisi della posizione e varie bozze, è nata l’opera che oggi vediamo esposta all’ingresso del paese. Una scultura raffigurante il campione nella sua altezza naturale. Una scultura che esprime, pur nella sua durezza di immagine, movimento e senso armonico nella gestualità  di un campione di pugilato. Per il nostro paese ha eseguito anche il Tabernacolo della Chiesa S.Pietro Apostolo e il monumento alla libertà. Ha esposto opere in tutto il mondo. Qualche nome: Lucerna (Svizzera) – “Sala Congressi Gersag”; Lugano – Galleria “

La Madonnetta”; Dallas – “Gallery Michel Ottin The Crescent”; Canada – “Madison Gallery”; Kofu Yamanshi (Giappone) – Galleria d’Arte Athorie”; Parigi – Exposition de la Peinture Italienne “Salon Babylon”; poi: Milano, Roma, Firenze, Taormina, L’Aquila, Pescara,…la lista sarebbe lunga. Hanno scritto di lui: Dallas Times Herald, France soire, Toronto Life, Orizzonti, Il tempo, Il Michelangelo, Corriere canadese, … e altri. Figura inoltre, nelle pubblicazioni: Leonardo – Enciclopedia dell’Arte Contemporanea; Scultura italiana contemporanea, Arte italiana contemporanea, ed altre.

Alla spicciolata …

(la redazione)

Rocky Marciano. Nome reale :Rocco Francis Marchegiano. Nato a Brockton il 01 settembre 1923, deceduto il 31 agosto 1969.

Sposato. Con una figlia, Mary Ann, ha adottato un ragazzo.

 Pseudonimi: “The

Brockton Blockbuster” (“toro scatenato”), “The Rock from Brockton”.

L’idolo di Marciano era Louis “brown bomber” (appellativo di Joe Louis).Un  giorno il suo manager gli disse che avrebbe combattuto contro di lui.

Durante il match Rocky, abbracciando Louis, gli sussurrava all’orecchio di andar giù,di non prendere più colpi sul capo. Ma Joe era troppo orgoglioso per finirla a quel modo. La fine arrivò per KO e quando Rocky tornò nel suo camerino scoppiò a piangere come un bambino. Poi senza farsi vedere, si recò nel camerino di Louis e lo abbracciò. L’ex campione gli chiese:«Ehi, Marsiano (come pronunciavano il suo cognome),che cosa hai nei tuoi guantoni,un ferro di cavallo»? Dopo l’incontro nascerà tra i due un’amicizia sincera che porterà l’italo-americano ad aiutare il vecchio campione caduto in disgrazia di salute e finanziaria dopo il ritiro.

Un carattere mite

Quando Rocco Marchegiano dichiarò nella nativa Brockton, che avrebbe intrapreso la strada del pugilato professionistico, in pochi vi credettero. La mamma Pasqualina (Lena), napoletana, lo implorò di non farlo, ma i tempi erano duri, papà Pierino era malato (aveva assorbito gas nella prima guerra mondiale in Europa) e lavorava in un calzaturificio con paghe da fame. Intervistato a New York da Al Weill, Rocky rispose deciso: ”diventerò campione del mondo e farò tanti soldi.” Aveva un carattere mite e buono, lontano dalle smargiassate dei pugili di allora, tutto il contrario, per esempio di Muhammad Ali’. Non faceva predizioni, abbassava il capo e a quella domanda diceva soltanto: «Vincerò. Questo e’ tutto, il resto si vedrà».

Rocky Marciano è stato l’unico campione del mondo dei pesi massimi a ritirarsi imbattuto. Un record mai eguagliato. Di Marciano si ricorda principalmente la capacità eccezionale di soffrire tanto sul ring quanto in allenamento, una resistenza che aveva del sovrumano e la potenza del pugno. Negli annali del pugliato, in effetti, è rimasta l’immagine che coglie il destro di Rocky (il celebre “Suzy-Q”) che si schianta sulla mascella di Jersey Joe.

Difese il titolo sino al 1955, poi, a 32 anni, decise di abbandonare i guantoni, ancora imbattuto, per dedicarsi all’imprenditoria. Anche in questo campo ebbe successo. In Florida aprì un’attività di produzione e spedizione di generi alimentari particolarmente usati dagli italiani. La morte lo colse in maniera tragica e repentina: a soli 45 anni si schiantò alla guida del suo aereo privato mentre volava da Chicago a De Moines. La sua vita acquistò subito l’alone del mito. Quando ancopra in vita, Hollywood gli dedicò anche un film, ma lui ne prese le distanze, così come non accettò mai, nonostante le numerose offerte, di entrare a far parte del mondo della celluloide: da buon italiano rifiutò dicendo che voleva restare vicino alla propria famiglia.

Il ricordo di un inizio

Nel ricordare, a distanza di anni, l’incontro con l’avvenimento storico della posa ed inaugurazione del monumento a Rocky, rivedo con molta simpatia la mia giovinezza che mi ha visto presente alla visita del campione a Ripa. Ero tra quei ragazzi che esultavano per la presenza del personaggio.

Nel 1990, dopo ventuno anni dalla sua scomparsa, maturavo la mia esperienza di primo cittadino e in tale contesto sono stato orgoglioso del momento storico che ha visto la posa in opera di un giusto riconoscimento al nostro Rocky.

Nella riflessione postuma noto medesime analogie nel trovarsi in ritardo a rendere onore all’uomo che ha rappresentato il riscatto dei nostri emigranti contro la povertà e lo sfruttamento. Ma sono comunque orgoglioso che tale ricordo si concretizzi nel tempo.

L’amministrazione, allora da me presieduta, ha seguito con molto interesse l’iniziativa che

la Pro Loco metteva in atto per ricordare questo nostro illustre concittadino. Orgoglio che abbiamo condiviso e sostenuto con l’Associazione che ha fermamente voluto questo riconoscimento per un campione ma anche per un uomo che rappresentava i valori della nostra terra.

A lui, anni orsono, abbiamo voluto dedicare anche una via affinché fosse l’inizio di una rivalutazione che oggi notiamo con piacere svilupparsi e, l’occasione che l’Amministrazione Provinciale con la collaborazione di quella Comunale e

la Pro Loco che ne stanno curando i dettagli per una grande mostra, ne sono il giusto prosieguo.

Stefano Lorenzo Di Virgilio

Il saluto del “presente”

Una comunità che celebra la sua storia, fatta di sacrifici e di rinunce, ma anche di gloria e di onore: così Ripa Teatina si prepara ad ospitare la grande mostra internazionale dedicata a Rocky Marciano, uno dei suoi figli più illustri, che ha reso grande uno sport già seguitissimo ed ha instillato negli italiani all’estero l’orgoglio della propria condizione di emigranti. Ripercorrere, lungo tutto il centro storico del paese, le tappe della carriera e delle vittorie del “campionissimo” significherà anche tornare alla memoria storica di Ripa Teatina, con le sue strade, i suoi vicoli, le sue case, i suoi monumenti, che Rocky vide negli anni Sessanta, sentendosi a casa sua con tutti i concittadini che gli facevano festa.

    La mostra che

la Provincia di Chieti, l’amministrazione comunale e la Pro-Loco hanno organizzato, con tutti gli eventi collaterali che la caratterizzeranno (il “Premio Rocky Marciano”, ormai entrato nella tradizione paesana, gli incontri di boxe internazionali con la sfida Italia-Australia, le proiezioni dei grandi film di pugilato), saranno l’occasione per Ripa Teatina di presentarsi non solo all’intero territorio provinciale, ma anche all’Italia ed al mondo e nel nome di Rocky accogliere con gioia e ospitalità quanti verranno in paese a ricordare le gesta dell’imbattuto “Brockton Blockbuster”, come era soprannominato nella sua cittadina della Massachussets, da dove arriveranno anche amici e parenti per gli eventi di agosto.

    Una festa paesana aperta al mondo: così Ripa Teatina si prepara a questo evento.

Kristian Toppa -Presidente della Pro-Loco – di Ripa Teatina

Siamo alla terza… edizione

(la redazione)

1990.

La Pro Loco riesce finalmente, dopo vari percorsi, a manifestare la propria sensibilità nei confronti dell’illustre concittadino, Rocky Marciano, erigendo e collocando una statua a sua memoria, all’ingresso del paese. Per lunghi anni, essa fa’ bella mostra di sé, senza sviluppi di alcun genere.

2005. Nelle parole di Kristian Toppa, la volontà della Pro Loco di riscoprire i sentimenti che quella statua vuole rappresentare: “la tenacia, la forza, la fierezza e l’umiltà di tutti quei figli della terra abruzzese, accolti in paesi stranieri, dove le difficoltà del vivere quotidiano mettono in moto tutte le forze e le energie per riscattarsi dalla propria condizione di emigrante”. In un mondo, quello sportivo, ove tutto ha un’origine, uno sviluppo di gloria e una decadenza, non sembra vero che quel simbolo, quel campione, non abbia avuto il suo declino naturale, ma avesse terminato la sua carriera da “imbattuto”. Ben 49 incontri disputati, tutti vinti, 46 per KO.

 Quindi si faceva sempre più pressante l’idea di rivalutare la figura dell’illustre concittadino perché “questo campione”,come diceva Rino Tommasi, “esprimeva quelle qualità che a noi piace ritenere appartenessero alla sua gente, alle sue origini abruzzesi, da dove i genitori erano emigrati”.

Sostenuto dall’amministrazione comunale, prende vigore e si concretizza l’idea di una mostra in memoria del campione imbattuto Rocky Marciano, “una tra le maggiori stelle che brillano nel firmamento della boxe”, come dichiarato dal Presidente della Pro Loco, Kristian Toppa. Una edizione 2005 che ha visto la presenza del giornalista sportivo Rino Tommasi, di testate giornalistiche e televisive locali e la premiazione di sportivi distintisi nel corso dell’anno. A seguire la proiezione di incontri sostenuti dal campione e una degustazione di prodotti tipici locali.

La seconda edizione del premio “Rocky Marciano” 2006, organizzato con il patrocinio della Provincia, si arricchisce di personaggi sportivi. Alla presenza del già noto Rino Tommasi, si unisce l’indimenticato Nino Benvenuti, ex campione dei pesi medi. Sono sfilati in passerella campioni dello sport nazionale e locale. Sono stati premiati Fabio Grosso, calciatore, Danilo Di Luca, corridore, Danilo Ceati, boxeur. Era presente anche Vito Taccone, corridore.

La terza edizione 2007, si presenta con  tutte le caratteristiche di una manifestazione che oramai ha valenza nazionale, con il coinvolgimento massivo dell’Amministrazione Provinciale e di organismi nazionali, quali

la Federazione nazionale della boxe. Sviluppata nel contesto di manifestazioni ad ampio respiro, senz’altro porterà il nome di Ripa alla ribalta nazionale e internazionale.

L’idea folle di chi ci ha creduto…

L’idea appariva un po’ folle, ma solo un pizzico di follia poteva rendere realizzato un progetto che lasciava a bocca aperta anche i più idealisti tra di noi: ed eccoci oggi ad attendere con trepidazione l’inizio della grande mostra su Rocky Marciano che Ripa Teatina, memore dei suoi legami con il “campionissimo”, ospiterà lungo tutto il suo centro storico.

    È un risultato certamente straordinario, portato avanti da un gruppo di sognatori che ha avuto ragione degli scetticismi e delle “alzate di spalle” che non davano alcuna speranza ad un progetto che invece è riuscito a coinvolgere ed entusiasmare

la Pro-Loco, l’amministrazione comunale e la Provincia, che hanno dato un sostegno straordinario all’idea, che tra poco vedrà la sua luce.

    Essendo stato il primo ad essere convinto della bontà del progetto ed entusiasmandomi per primo alle grandi possibilità che questa idea offriva, non posso che ringraziare tutti coloro che a vario titolo hanno reso reale questo sogno, dai ragazzi e le ragazze della Pro-Loco, all’infaticabile Marco Ricciuti, uno dei motori dell’organizzazione, all’amministrazione comunale che ci ha sostenuto, convinta della risonanza che avrebbe dato l’evento a tutta Ripa Teatina.

    Sarà una mostra che riscoprirà le radici del nostro paese, che farà conoscere la nostra realtà e renderà giustizia alle migliaia di emigrati ripesi che furono costretti negli anni ad abbandonare la loro terra in cerca di fortuna in tutto il mondo. Saranno loro i protagonisti della mostra, accanto all’astro di Rocky Marciano, il più illustre dei nostri emigranti.

Gianluca Palladinetti

L’inizio di una bella storia

Ripa, il piccolo borgo di antiche e vetuste riminiscenze e tracce, non ha mai goduto di notorietà.                                   Con l’istituzione dell’Archeoclub sez. di Ripa si cercò almeno di riportare alla memoria quanto dell’antica storia potesse essere documentato.

La Pro Loco di quegli anni ne fece tesoro organizzando una mostra archeologica; ma il presente di Ripa era ed è fortemente noto, addirittura per Ripa la notorietà conoscitiva è mondiale.Il vessillo era ed è Rocky. Proprio lui Rocky Marciano il campione mondiale di box dei pesi massimi.

Era il simbolo del riscatto di tanti emigrati che avevano dovuto abbandonare le loro terre per quelle favolose dell’America, degli  Stati Uniti d’America. Rocky è il ponte,verso il suo paesello,la luce del valore atletico  che illumina l’umanità in una delle sue espressioni:il valore della volontà e della forza morale e fisica.

Con questa considerazione si decise di realizzare una statua di Rocky a Ripa Teatina perché fosse punto di riferimento e di incontro mondiale e contestualmente furono gettati i germi di una concreta relazione tra Ripa e Brockton affinchè si potesse realizzare una continuità nel tempo.

Nell’aprile 1988 (15.04.88)

la Pro Loco decise di sostenere l’iniziativa di Marcheggiano Sandro (il vero nome di Walter, cugino di Rocky) e Masci Emilio. Come risulta dai verbali della Pro Loco, si dispose di chiedere  all’Amministrazione comunale l’assegnazione di un’area, individuata nella zona del convento e rilasciata con con concessione n.85 del 24.11.1988, e di commissionare l’opera ad uno scultore. Nella successiva riunione di luglio 1988, la scelta dello scultore cadde sul Sig. Marinucci Nicola. Ritardi dell’autore nell’esecuzione dell’opera e il rinnovo del direttivo Pro Loco, hanno successivamente localizzato altra area ed altro scultore, l’esecutore dell’attuale opera.

Nella circostanza del ricordo della figura del campionissimo, inorgoglisce l’idea di aver contribuito  al giusto riconoscimento ad un personaggio che la storia dello sport ancora oggi esalta per le sue qualità di sportivo, campione e sopratutto per i valori umani di cui era portatore e di cui noi siamo orgogliosi concittadini.

Rolando Ventura

Un Marcheggiano a Ripa

(la redazione)

Un promotore della realizzazione del monumento a Marciano è stato senz’altro il cugino, Marcheggiano Sandro (conosciuto come Walter). Erano i tempi, 1988, in cui le gesta di Rocky aveva raggiunto l’Italia e Ripa in particolare. Erano in vita i genitori del campione e i rapporti avevano ancora una frequenza costante. Con la scomparsa dei genitori di Rocky, il papà in particolare, anche i rapporti si sono affievoliti, gli scambi epistolari diradati fino a cessare quasi completamente. Ciò non incide sull’orgoglio parentelare di un campione. E il nostro Walter era tra i festaggianti il rientro a Ripa del campione. Ancora oggi rivive quei momenti, anche di notorietà, che la presenza di Rocky in Italia ha portato. Ricordi legati a qualche immagine sbiadita conservata. Qualche immagine ricercata con affanno. Ma i ricordi migliori, non trafugabili, sono quelli rimasti nel cuore e nei ricordi delle passeggiate in Chieti, Pescara e nel proprio paese. Nel vivere con orgoglio i momenti di gloria per quel campione “Marcheggiano”. Quel campione che aveva saputo sconfiggere l’umiliazione dell’emigrante; rivalsa verso un disagio sopportato dai genitori per i sacrifici nella conquista di un posto al sole. Oggi nelle parole di Walter e della madre riemerge ancora quella gratitudine per l’onore avuto, e per la gioia di sentirsi ancora una volta partecipi di un avvenimento che porta il vessillo di famiglia.

Rocky Marciano

                                                                               (01 settembre 1923 – 31 agosto 1969)

La vita di Rocky Marciano è un’affascinante storia con un finale tragico. Inizia a Brokton nel Massachussets, allora città manufattiera, nota per la produzione delle calzature. Il padre di Rocky, Pierino Marcheggiano era emigrato negli Stati Uniti da Ripa Teatina, una piccola cittadina abruzzese. Egli, come migliaia di altre persone della stessa terra, fu costretto a cercare fortuna oltremare, sperando un giorno di tornare nell’amato paese natio, dopo aver accumulato quanto sufficiente per vivere in serenità il resto della vita. Era questo il sogno che l’animava nell’avventura in America, nella nuova terra vista come riscattatrice della miseria del luogo d’origine.

A Brockton, nell’estate del 1921 Pierino sposò Pasqualina Picciuto, figlia di Luigi Picciuto, un fabbro proveniente dalla città di S. Bartolomeo, vicino Napoli. Ella era una donna forte fisicamente e una moglie devota. Il loro primo figlio, un maschietto, morì lo stesso giorno in cui nacque. Questa tragedia colpì molto profondamente Pierino, e la sua natura, già taciturna, divenne di una permanente malinconia. Il loro secondo figlio, di nuovo un maschietto, nacque il l settembre 1923 e fu chiamato Rocco.

Crescere a Brockton non era facile per un Italo-Americano. Rocky presto imparò che a scuola e sui campi di gioco esisteva soltanto una legge: la sopravvivenza del più forte. In quel tempo gli Italiani erano considerati dalla maggior parte degli Irlandesi appena di un gradino sopra ai neri e questo pregiudizio degenerava in sfruttamenti e persecuzioni. Pierino sembrava insensibile a questo ambiente ostile. Il giorno lavorava in fabbrica e la sera tornava a casa esausto. Intorno al tavolo apparecchiato per la cena c’era sempre silenzio, non parlava quasi mai, se ne stava sempre per conto suo e in disparte. Rocky ammirava questa figura silenziosa. Ne percepiva la forza interiore, sebbene suo padre fosse un uomo fragile. Rocky sapeva com’era la vita nella fabbrica di scarpe e sapeva anche che suo padre non se ne era mai lamentato, neanche una volta! Se non con parole, di cui era parco, ma attraverso le sue azioni e la sua forza di carattere, Pierino comunicava a suo figlio i valori fondamentali della vita che non sarebbero mai stati dimenticati. Uno di questi era quello di non mollare mai. Sopportazione e capacità di resistenza erano qualità impresse nella sua mente e nel suo cuore.

Il mondo della scuola non lo interessava, tanto che Rocky la lasciò all’età di 16 anni. Fu comunque soltanto nel periodo che trascorse sotto le armi, durante

la Seconda Guerra Mondiale che, quasi per caso, Rocky cominciò ad occuparsi di pugilato ricavandone il convincimento che la boxe fosse l’arte sportiva dove meglio avrebbe potuto riuscire, in quanto si sentiva in maniera naturale portato per essa.

Dopo la guerra, di ritorno a Brockton, decise di lasciare il baseball e provò a cimentarsi nel pugilato. Il suo primo incontro da professionista fu disputato il 17 marzo 1947 al Day Card di S. Patrizio con Lee Epperson, un pugile di esperienza. La bassa ricompensa era di 50 dollari.

Rocky aveva ricevuto soltanto breve addestramento come pugile ed era conscio di questo limite. Tuttavia egli aveva fiducia nella sua naturale propensione verso il pugilato. Epperson era tranquillo, vedeva il combattimento come una semplice formalità. In questo primo incontro Rocky mostrò tutte le sue vincenti caratteristiche, che successivamente gli avrebbero dato il titolo di campione del mondo. All’inizio della terza ripresa, Rocky tirò un violento destro nel busto di Epperson, che atterrò l’eroe locale. Fu il primo K.O.

Fu chiaro sin da questo primo incontro che Rocky Marciano, successivamente soprannominato in americano “Marciano”, vedeva il ring come un personale terreno di battaglia dove egli combatteva contro tutte le ingiustizie della vita, contro lo sfruttamento di suo padre, contro i pregiudizi verso gli Italiani e contro la miseria che costringeva la sua famiglia a vivere nel ghetto bianco di Brockton.

Lo stile pugilistico di Rocky effettivamente non cambiò da questo suo primo incontro da professionista. Gli altri 48 incontri furono più o meno versioni perfezionate di questo primo felice incontro. Sin dall’inizio del suono della campana riempiva di pugni il corpo del suo avversario che riceveva durante il combattimento colpi devastanti, che avrebbero atterrato un qualunque peso massimo, fino a che non abbassava lo sguardo e lo finiva con un destro simile ad una dinamite nel mento. Vi era coinvolto scarso stile, si trattava solo di brutale forza fisica (ereditata da sua madre) e una ferrea determinazione e volontà di portare a termine la sua attività (ereditata da suo padre). Rocky non aveva le caratteristiche fisiche ideali di un peso massimo. Era piuttosto basso, meno di 180 cm. di altezza, aveva le gambe tarchiate e braccia molto corte. Non era molto veloce sulle gambe e mancava di quello che nel mondo del pugilato è chiamato “finesse”. Ma compensava queste sue lacune con la forza e la determinazione.

L’anno seguente, nel 1948, Rocky combatté 11 volte contro ottimi professionisti provenienti dalla Costa Orientale. Otto di questi incontri terminarono con un K.O. alla prima ripresa, due alla seconda e una alla terza. Incominciò a farsi un nome. Nel 1949 Rocky combatté 13 incontri a livello professionistico e solo due incontri furono vinti ai punti, gli altri terminarono tutti prima della quarta ripresa. Dal 1950 fu considerato uno dei principali sfidanti alla corona della categoria dei pesi massimi e cominciò ad apparire nei titoli dei giornali nazionali. Il suo incontro con Roland

La Starza a New York il 24 Marzo fu uno dei più memorabili. In quell’incontro Rocky cercò di cambiare la sua immagine; cercò di migliorare il suo stile ma questo lo rese vulnerabile agli attacchi dell’avversario. Dopo la terza ripresa si accorse che non era nato per essere un pugile elegante, perchè così appariva lento ed impacciato. Durante la quarta ripresa tirò un destro che atterrò La Starza, il quale comunque riuscì a rimettersi in piedi e l’incontro seguitò fino alla decima ripresa. Durante quello stesso anno, il 1950, combatté ancora quattro volte e si affermò come miglior peso massimo bianco in America. Eldridge Eatman fu messo K.O. alla terza ripresa, il brutale e mediocre Gino Buonvino, dopo aver resistito per dieci riprese, fu ugualmente messo K.O. Il gigantesco Johnny Shkor fu atterrato dopo la sesta ripresa. Tiger Ted Lowry fu il solo a resistergli ma sull’esito dell’incontro non vi furono dubbi. Finalmente il 18 dicembre dello stesso anno con l’abbattimento dello stimatissimo Bill Wilson alla prima ripresa, Rocky divenne conosciuto nell’intera America del Nord. Nel 1951 Rocky combattè sette volte. Sei di questi incontri terminarono con un K.O. Il più duro di essi fu con Rex Layne, un mormone peso massimo proveniente dallo Utah. Il 12 luglio fu disputato l’incontro a New York. Layne aveva 23 anni, cinque anni meno di Rocky, e possedeva un tiro di 20,32 cm di vantaggio. Inoltre vantava un carnet impressionante: 35 vittorie su 36 combattimenti sostenuti, di cui 24 per K.O. Alla terza ripresa Rocky sferrò un colpo sinistro dal basso verso l’alto e un forte destro che fecero barcollare visibilmente l’avversario. Nelle tre riprese successive Layne meravigliava la folla per la sua capacità, di assorbire la selvaggia violenza che Rocky scatenava su un bersaglio ormai immobile. Finalmente fu messo K.O. con uno scioccante destro alla sesta ripresa.

Rocky era ora una celebrità nazionale che lo mise in grado di incontrare il leggendario Joe Louis il 26 ottobre. Questi aveva avuto una carriera sfolgorante. Era un mito, una leggenda nella storia del pugilato: nel 1951 aveva 37 anni, combatteva ancora perchè aveva bisogno di denaro, ma credeva anche nelle sue superiori capacità di pugile ed era convinto che quel giorno avrebbe vinto. A quell’età Joe batteva facilmente i compagni con cui si allenava. Era un uomo molto più grande di Rocky, pesava 97 Kg ed era alto 186 cm, Rocky era molto alto meno di 180 cm e pesava 85 Kg.Louis aveva anche una lunghezza di tiro di nove pollici di vantaggio (circa 22 cm) e molta più esperienza e “finesse”. Era un’artista del ring, un precursore di Cassius Clay. Questo era l’incontro che avrebbe stabilito il concorrente numero uno per il titolo mondiale dei pesi massimi. Sin dalla primissima ripresa Rocky fu l’aggressore. Louis dovette fare affidamento al suo famoso colpo destro per mantenere ad una certa distanza il più giovane avversario. Durante le prime cinque riprese Rocky si spingeva in avanti mentre Louis indietreggiava. Nella settima ripresa l’incontro era già deciso, Rocky tirava all’avversario dei colpi devastanti al corpo e lui non reagiva. Nell’ottava ripresa con un forte gancio Rocky atterrava il leggendario bandiera nera e con quel pugno cominciò una nuova era nella storia del pugilato, era nata l’era di Rocky Marciano, un pugile destinato a ritirarsi imbattuto dal ring.

Nel 1952, Rocky dovette combattere con Lee Savold, Gino Buonvino, Berbie Reynolds e Harry ‘kid’ Matthews, ma prima gli era stata data l’occasione di incontrare il campione dei pesi massimi Jersey Joe Walcott, che aveva cominciato a combattere nel lontano 1930. A quel tempo Rocky aveva solo sette anni. Walcott aveva accumulato 48 vittorie, 15 sconfitte e un pareggio. In quel famoso incontro per il titolo mondiale Rocky fu mandato al tappeto nella primissima ripresa. Si alzò al terzo numero del conteggio dell’arbitro, ma il suo occhio sinistro era tumefatto. Le successive cinque riprese furono vinte da Marciano, ma l’invincibile “slugger” stava pagando un prezzo troppo alto per realizzare il suo sogno, stava quasi per rimanere ucciso. Alla sesta ripresa le teste dei due pugili si scontrarono. Rocky ricevette il colpo maggiore. La carne intorno al suo occhio era aperta per tre riprese Rocky combattè quasi cieco. I suoi collaboratori avevano messo un liquido nel suo occhio per arrestare l’emorragia, ma esso gli procurava un tale bruciore da rendere ancora più atroce la sua sofferenza. Ma Rocky continuava, questo era l’incontro per il titolo mondiale, era l’incontro della sua vita, e niente poteva fermarlo. Entro la fine della nona ripresa il suo occhio incominciò a schiarirsi e nella decima Rocky saltava ancora sul ring vicino a Wa1cott. Nell’undicesima ripresa Walcott colpì al mento con un destro selvaggio. Lo fermò nel suo inseguimento ma non cadde. Walcott fece seguire una serie di pugni alla testa, ma Rocky si rifiutò di cadere. Questa quasi disumana capacità di assorbimento dei colpi stava producendo un effetto demoralizzante sul campione. Lo colpiva con tutto ciò che aveva, ma Rocky sembrava di pietra. Nella dodicesima ripresa Rocky sembrava stesse incoraggiando Walcott a colpirlo di nuovo con i suoi colpi migliori. Egli resisteva con quella stessa energia e forza d’animo che aveva mostrato nelle prime riprese. La ripresa successiva fu un altro massacro, ma questa volta fu Walcott a tener lontano Rocky che barcollava. Nella tredicesima ripresa Rocky assorbì quattro colpi consecutivi, per poi liberare un sinistro contro l’avversario, seguito da un destro tirato dal basso verso l’alto che avrebbe stordito un toro. La forza di questo pugno sfigurò e distorse per sempre la mascella di Walcott. Il campione cadde al tappeto come un Titano dopo una battaglia epica. Rocky era il nuovo campione dei pesi massimi del mondo. Il ragazzo di umili origini aveva raggiunto il suo sogno e con lui tutti gli Italo-Americani e particolarmente quegli Italiani che avevano seguito i suoi successi dalla piccola cittadina di Ripa Teatina, nella quale si ricorda che in segno di giubilo furono suonate le campane. L’anno seguente, il 15 marzo, ci fu l’incontro di rivincita, ma questa volta non ci fu nessuna lotta. Nella prima ripresa Rocky colpì di nuovo Walcott nella stessa mascella che aveva ferito nell’incontro precedente e questo pugno fu sufficiente per atterrare l’ex campione, che terminava così la sua gloriosa carriera. Walcott non ebbe il tipo di popolarità che aveva avuto Louis, ma anche egli era stato un vero campione che aveva combattuto sino ad età avanzata. L’avversario era ora Roland

La Starza. Il combattimento fu sollecitamente fissato per il 24 settembre a New York. Esso aveva tutti i connotati di un tipico incontro tra pugili che alla tecnica preferivano la lotta più aspra.

Alla terza ripresa

La Starza spinse Rocky verso le corde e gli tirò pugni diretti all’addome. La Starza era così in vantaggio, anche se Rocky era l’unico pugile ad assorbire i colpi. Alla fine della stessa ripresa, Rocky si rese conto che il suo titolo mondiale stava per crollare, La Starza sembrava poter vincere l’incontro. Alla settima ripresa esplose Marciano. Colpì la testa, il corpo, le braccia e le sopracciglia, i suoi pugni arrivavano dovunque, La Starza non poteva fare altro che difendersi ma nonostante gli sforzi di Rocky, assorbiva ancora i suoi tremendi pugni e un colpo particolarmente forte alle tempie da rimanere storditi. L’ottava e la nona ripresa furono identiche; Rocky stava avendo la meglio su La Starza e lo sfidante faceva il suo meglio per evitarne i devastanti colpi. Alla fine della nona sull’esito dell’incontro non vi erano dubbi. Alla decima Marciano aveva il pieno controllo del match e alla undicesima tirò il colpo finale che pose fine all’incontro.

Il 17 giugno 1954 Rocky difese il suo titolo contro Ezard Charles davanti ad una folla di 47.585 persone nello stadio Jankee a New York. Fu un tremendo combattimento e come alcuni avevano previsto si dilungò. Alla prima ripresa Charles ebbe pieno controllo del combattimento.

Continuò la sua supremazia nelle successive tre riprese. Nella quarta aprì un taglio profondo sull’occhio sinistro di Rocky. Il suo occhio di nuovo ferito lo infuriò. Da quel momento il combattimento divenne l’esibizione di una umana ferocità. Rocky si scagliò contro Charles con una così cieca determinazione e forza che all’avversario fu impossibile difendersi. Charles resistette all’attacco di Rocky ma il suo corpo ne pagava le conseguenze.

Dalla quinta all’ottava ripresa fece tutto quello che poteva per tenersi lontano da Rocky. Era un inseguimento che non poteva durare a lungo. Presto o tardi Rocky l’avrebbe atterrato. Infatti dall’ottava alla quindicesima ripresa Charles perse sempre. Questa fu l’unica volta che Marciano fu costretto ad andare oltre il limite. La rivincita fu fissata per il 17 settembre, esattamente tre mesi dopo il primo incontro. Questa volta Rocky non vi andava per vederlo saltellare sul ring, non aveva nessuna intenzione di inseguirlo. Ma esso si rivelò un combattimento ancora più duro di quanto Rocky si fosse aspettato. La prima ripresa fu insolitamente cauta, nonostante la natura dei due pugili. Nella seconda, Rocky tirò un destro che fece barcollare le ginocchia di Charles. Ma l’avversario era abbastanza forte da resistergli. Le successive quattro riprese furono dominate da Rocky.

Charles si manteneva sempre sulla difensiva. Egli era costretto a difendersi molto frequentemente con le braccia, legando l’avversario, come suoI dirsi in gergo pugilistico. Alla sesta, rendendosi conto di essere fuori del ring, Charles fece la sua mossa. Venne fuori dondolante. Un duro destro spaccò le narici di Marciano. Il sangue schizzava fuori come acqua in una fontana. Nella settima, Rocky sapeva che doveva finire il combattimento al più presto o avrebbe rischiato di perderlo. I suoi aiutanti non potevano far molto per fermagli il sangue; la ferita era troppo grande e profonda. Rocky naturalmente non poteva respirare con la bocca. Immediatamente si scagliò contro Charles con la combinazione di destro e sinistro, ma non fu abbastanza. La ripresa finiva con i due pugili entrambi sanguinanti abbondantemente. Nell’ottava ripresa, sapendo che era la sua ultima possibilità per vincere l’incontro, Rocky atterrò Charles 24 secondi prima della fine della ripresa con un pugno destro tirato dal basso verso l’alto.

Il successivo incontro per la difesa del titolo fu contro l’inglese Don Cockell, fissato per 16 marzo del 1955. L’entusiasmo non era molto grande per questo incontro. Rocky si era appesantito, pesava infatti 86 Kg, il peso maggiore che aveva raggiunto da quando combatteva. L’incontro non fu molto spetta colare, anche se la folla sembrava privilegiare la pura violenza. Cocker fu atterrato alla nona ripresa, dopo una temeraria rissa. La sfida finale di Rocky fu contro Archie Moore, un pugile di molta classe capace di mostrare un buon pugilato. L’incontro, ora, una pietra miliare nella storia del pugilato, fu disputato a New York il 21 settembre 1955. C’erano sessanta mila tifosi a vedere Rocky Marciano nello stadio di Yankee. La prima ripresa fu abbastanza prudente; i due pugili si esaminarono. Alla seconda ripresa inaspettatamente Rocky fu buttato a terra, ma rimbalzò come una palla di gomma, più imbarazzato che ferito. Alla terza ripresa il naso di Rocky cominciò a sanguinare, ma egli era dimentico del dolore. Cominciò a colpire Moore, con ferrea determinazione. Alla sesta ripresa un destro alla mascella atterrò l’avversario. Moore si alzò quando l’arbitro pronunciava già il numero quattro. Rocky si scagliò su di lui. Fece ancora una volta cadere Moore.

Questa volta si alzò mentre l’arbitro già pronunciava il numero otto. Entro la settima Rocky aveva già vinto l’incontro. Nell’ottava Moore fu atterrato una terza volta ma continuò ad alzarsi. Finalmente nella nona ripresa fu contato fino alla fine. Nell’aprile dell’anno seguente Rocky Marciano, la furia di Brockton, si ritirò dal pugilato.

Unico nella storia del ring aveva concluso la carriera imbattuto, un primato destinato a rimanere sicuramente molto a lungo. Meno fortunata invece la vicenda umana di Rocky Marciano. Il leggendario pugile, infatti, morì la domenica del 31 agosto 1969, proprio la sera prima del suo quarantaseiesimo compleanno, perito in un incidente aereo presso l’aeroporto di Newton.

Nicola De Marco

English version

The story of Rocky Marciano is a fairy tale with a tragic ending. It begins, in

Brockton, Mass. then a factory town noted for its shoe products. Rocky’s father, Pierino Marchegiano, had immigrated to the United States from Ripa Teatina, a small town in Abruzzo. He, like thousands of others from the same area, were forced to seek their fortunes overseas, hoping that one day, having made their small fortune, they might resettle in their beloved homeland. This was their American Dream! America was seen as a means to an end. In Brockton, Pierino married Pasqualina Picciuto, in the summer of 1921, the daughter of Luigi Picciuto, a blacksmith, from the town of San Bartolomeo, near Naples. She was a physically strong woman and a devoted wife. Their first child, a baby boy, died the day he was born. This tragedy touched Pierino very deeply and his already taciturn nature assumed all the characteristics of permanent melancholy. Their second child, again a baby boy, was born September l, 1923. They named him Rocco.Growing up in Brockton was not easy for an Italo-American. Rocky soon learned that at school and in the playground there was only one law: survival of the fittest. The Italians, at that time, were regarded by the Irish majority as one step above the Negroes and this type of prejudice resulted in exploitation and harassment. Pierino seemed unaffected by this hostile environment. He worked in the factory during the day and returned home, exhausted, in the evenings. Around the supper table there was usually silence, he hardly ever talked, always keeping to himself, isolated and apart. Rocky admired this silent figure. He sensed the inner strength, although his father was a frail man. Rocky knew what life was like in the shoe factory and he also knew that his father had never complained; not even once! By his actions and by his strength of character, if not by his words, Pierino communicated to his son certain basic values that would never be forgotten. One of these was never to give up. Endurance and moral stamina were qualities impressed in his mind and heart.

The world of academics did not interest Rocky. In fact, he quit school at the age of sixteen. This decision was not well accepted by his father who regarded education as a sure passport to success; especially in a foreign country, but he did not insist with the boy. By this time, Rocky had developed a sturdy physique and considerable potential for the sport of baseball. He viewed sports as a shortcut to success where the money was relatively easier and recognition was instantaneous. He would pursue a career in sports and he would make his parents proud and richer.

His first professional fight was on March 17, 1947, against Lee Epperson, an experienced fighter. The purse was fifty dollars. Rocky had received little training as a boxer and he was the first one to admit it. Nevertheless he was confident in his natural ability to box. Epperson was relaxed; he viewed the fight as a simple formality. In this first fight, Rocky showed all the winning characteristics that would later give him the championship of the world. In the first round, he was a human punching bag for Epperson. He looked out of place and somewhat comical! Early in the second round, it was more of the same but Epperson was becoming a bit worried; his punches had no effect on Rocky, he brushed them aside and kept coming for more. By the end of the round, Rocky had discouraged his opponent to such an extent that he began to land punches of his own. At the beginning of the third, Rocky threw a vicious right into Epperson’s mid-section that deflated the local hero to the canvas. In was his first knock-out. It was obvious from this first fight that Rocky Mar-cheg-giano (later Americanized to Marciano) saw the boxing ring as his personal battleground where he fought against all the injustices of the Establishment; against the exploitation of his father, prejudice against the Italians, and the financial poverty that forced his family to live in the white ghetto of

Brockton. He had found the means that enabled him to fight back, to make his father proud, to achieve the economic security for the family that his father could no longer provide.

The following year, in 1948, Rocky fought eleven times against respectable professionals from the East Coast. Eight of these fights ended in KO’s in the first round, two in the second, and one in the third. He had begun to make a name for himself. In 1949, Rocky fought thirteen professional fights with only two fights going the distance; the other eleven ended before the fourth round. By 1950, he was regarded as a serious challenger in the heavyweight category and began to make national headlines. His match with Roland

La Starza, in New York, on March 24, was one of the most memorable. In this fight Rocky tried to change his image; he tried to be a fancy boxer only to look awkward in the processo By the third round, he realized that he wasn’t born to be an elegant boxer but a plain slugger. During the fourth round he landed a right that crumbled La Starza. However, he managed to get back on his feet and the fight went the ten rounds. This was to be Rocky’s closest fight. It also turned out to be his ticket admitting him to the exclusive club of national heavyweights who had a shot at the title. During this same year, 1950, he fought four more times and he established himself as the best white heavyweight in America. Eldridge Eatman was knocked out in three rounds, the tough and mean Gino Buonvino, after resisting for ten rounds was also knocked out. The gigantic Johnny Shkor was floored after six rounds. Tiger Ted Lowry went the distance but the fight was never in question Finally, on December 18 of the same year, by destroying the

‘highly regarded Bill Wilson in the first round, Rocky became a household name.

In 1951, Rocky fought seven times. Six of these fight ended in knockouts. His toughest fight was with Rex Layne, a Mormon heavyweight from

Utah. On July 12, the two met in New York. Layne was then twenty-three, five years younger than Rocky and had an eight inch reach advantage. He had recorded thirty-five wins in thirty-six fights, including 24 knockouts. From the opening gong, Layne tried to make the best of his physical superiority by jabbing and keeping Rocky away from him. In the second round, Rocky landed a right that opened a gash over Layne’s left eye. From that point the giant from Utah could only hope to defend himself as best he could against a punching machine that was only beginning to warm up. In the third round, Rocky landed a left uppercut and a hard right that made his opponent stagger visibly. For the next three rounds Layne astonished the crowd by his ability to absorb the savage violence that Rocky unleashed on his already battered body. Finally, he was put out of his agony by a crunching right late in the sixth round.

In 1951, Joe Louis was 37 years old. He fought because he needed the money but was also confident that his superior skills as a boxer would win the day. At his age Joe still banged his sparring partners around. He was a much bigger man than Rocky. He weighed 97 Kg. and was 186 cm. Rocky was 178 cm. tall and weighed 85 Kg. Louis also had a nine inch reach advantage (about 22 cm.) and far more experience and ‘finesse’. This was the fight that would establish the top contender for the heavyweight championship. From the very first round Rocky was the aggressor. Louis had to rely on his famous left jab to keep the younger fighter at a distance. For the first five rounds Rocky carne in and Louis retreated. By the seventh round, the fight had been decided; Rocky landed devastating blows to the body and Louis did not react. In the eighth round, with a short left hook, Rocky floored the legendary Brown Bomber and with that punch a new era in boxing began under the sign of Rocky Marciano.

In 1952, Rocky had to fight Lee Savold, Gino Buonvino, Bernie Reynolds, and Harry ‘Kid’ Matthews, before he was given the chance to meet the champion Jersey Joe Walcott. Arnold Raymond Cream, known as Jersey Joe Walcott, began fighting in 1930. At that time Rocky was seven years old. He had accumulated 48 wins, 15 losses and 1 draw. In that famed championship fight Rocky was knocked down in the very first round. He got up at the count of three but his left eye had already received considerable damage. The next five rounds was vintage Marciano: the indomitable slugger willing to pay a heavy price in order to get at his prey, to dose in for the kill. In the sixth round, the fighters’ heads collided. Rocky got the worst of it. The flesh around his eye was ripped open. For three rounds Rocky fought almost blind. His handlers had put a burning liquid in his eye, probably intentionally. But Rocky kept on coming; this was the championship of the world and nothing was going to stop him. By the end of the ninth round, his eyes began to clear and by the tenth, Rocky was again chasing Walcott around the ring. In the eleventh round, Walcott caught Rocky on the chest with a savage right. It stopped him in his tracks but he did not go down. Walcott followed up with a series of punches to the head but Rocky simply refused to go down. This almost inhuman capacity to absorb punishment had a demoralizing effect on the champion. He hit him with everything he had but Rocky seemed made of stone. In the twelfth round, Rocky seemed to dare Walcott to hit him again with his best shots. He kept coming with the same energy and willpower he showed in the early rounds. The round was another massacre but this time it was Walcott who carne away the looser. In the thirteenth round, Rocky absorbed four consecutive jabs in order to deliver a left shot to the body followed by a right uppercut that would have stunned a bull. The force of this punch disfigured and permanently distorted Walcott’s jaw. The champion crumpled to the floor like a titan after an epic struggle. Rocky was the new heavyweight champion of the world! The boy of humble origins had achieved his dream and with him every Italo-American, particularly those Italians following his exploits from the little Italian town of

Ripa Teatina, experienced a joy never felt before.

The following year, on March 15, was the re-match but this time there was no contest In the first round, Rocky once again caught Walcott on that same jaw that he had injured the fight before. It was enough to knock the champion down and to finish his glorious career. Walcott did not enjoy the kind of popularity that Louis had enjoyed but he had been a true champion. The contender was now Roland

La Starza. The fight was promptly scheduled for September 24, in New York. It had all the makings of a classic. In the first round, Rocky was unusually defensive. He looked rather awkward. His punches were not convincing. La Starza jabbed and counterpunched convincingly. In the second round, Rocky had regained his self-assurance. He delivered a hard left hook that opened a cut over La Starza’s right eye. In the third, La Starza jabbed Rocky and landed direct punches to the mid-section. La Starza was ahead on points even though he was the only fighter absorbing punishment. By the end of the sixth round, La Starza looked like he could win the fight. Rocky realized that his championship was on the line and in the seventh round he carne out storming. He went for the head, arms, body, elbows, anywhere his punches would fallow La Starza had no choice but to defend himself. Despite his efforts, he still absorbed tremendous punches and a particularly stunning blow to the temple. The eighth and ninth rounds were identical; Rocky taking the fight to La Starza and the challenger doing his best to avoid the crippling bIows. By the end of the ninth, the fight was no longer in question. In the tenth, Marciano was in full control and in the eleventh, he delivered the knockout punch that ended the fight.

On June 17, 1954, Rocky defended his crown against Ezzard Charles before a capacity crowd of 47,585 in

New York’s Yankee Stadium. It was a tremendous fight and as some had predicted, went the distance. In the first round, Charles took control of the fight. He continued his domination for the next three rounds. In the fourth, he had opened a deep cut over Rocky’s left eye. His re-injured eye infuriated him. From that point on the fight became an exhibition of human ferocity. Rocky lunged himself at Charles with such blind determination and strength that it was impossible for the challenger to defend himself. Charles withstood Rocky’s attack but his body paid the consequences. From the fifth to the eighth round, Charles did everything he could to get out of Rocky’s way. It was a chase that could not last much longer. Sooner or later Rocky would slow him down. In fact, from the eighth to the fifteenth round, Charles lost every round. It was the only time that Marciano was forced to go the limit. The rematch was scheduled for September 17, exactly three months after the first fight. This time Rocky was not going to have him dance around the ring; he had no intentions of chasing him. But it was to be a much tougher fight than even Rocky had expected. The first round was strangely cautious given the nature of the two fighters. In the second, Rocky connected with a right that made Charles’s knees buckle. But the challenger was strong enough to withstand it. In the sixth round, realizing that he was way behind in points, Charles made his move. He carne out swinging. A hard right split Marciano’s nostrils. Blood and gore came spurting out like a geyser. In the seventh, Rocky knew that he had to end the fight quickly or risk losing it. His handlers could not do very much to stop the bleeding; the injury was too deep and extensive. Rocky, of course, could only breathe through his mouth. He immediately went after Charles with a left-right combination but it wasn’t enough. The round ended with the two fighters both bleeding profusely. In the eighth, knowing that this was his last chance, Rocky knocked-out Charles (with 24 seconds remaining in the round) with a right uppercut.

Rocky’s next title defence was against the Englishman Don Cockell, scheduled for May 16, 1955. Enthusiasm was not very great for this fight. In fact, Rocky tipped the scales at 86 Kg., the heaviest he had been since his amateur days. The fight was not very spectacular. But it was a crowd pleaser from the point of view of sheer violence. Cockell was knocked out in the ninth round after a reckless brawl. Rocky’s final challenge was against Archie Moore, a very classy fighter who was capable of taking a good punch. The fight, now a milestone in boxing history, was held in

New York on September 21, 1955. There were over sixty thousand fans to see Marciano in Yankee stadium. It was a cautious first round; the two fighters testing themselves out. In the second round, unexpectedly, Rocky was knocked down but he rebounded, like a rubber ball, more embarrassed than hurt. In the third round, Rocky’s nose began to bleed but he was oblivious to the pain. He kept battering Moore with an iron determination. In the sixth round, a right to the jaw floored the challenger. Moore got up at the count of four. Rocky went after him. He dropped Moore once again. This time he got up at the count of eight. By the seventh round, Rocky had the fight already won. In the eighth, Moore was floored a third time but he kept getting up. Finally, in the ninth round, he was counted out.

In April of the following year, Rocky Marciano, The Brockton Blockbuster, retired from boxing. On Sunday, August 31, 1969, the evening before his forty-sixth birthday, the legend died in a plane crash, near

Newton Airport, Iowa.

Nicola De Marco

Da Rocco a Rocky

Progetto Mostra

              Â

La Provincia di Chieti ospiterà i Campionati Europei di Basket Femminili nel 2007 e parte degli avvenimenti legati ai Giochi del Mediterraneo nel 2009.

     Questi due grandi eventi sportivi hanno spinto le Istituzioni locali a predisporre un vasto programma di iniziative culturali e ricreative sia nella fase preparatoria che contestualmente alle scadenze sportive.

     Un’occasione unica per far apprezzare il nostro territorio dal punto di vista culturale e turistico.

     Tra le iniziative in programma una grande mostra su Rocky Marciano che si realizzerà a Ripa Teatina, paese d’origine del campione, dal 21 aprile al 31 agosto 2007.

     Il Comune di Ripa e

la Pro-Loco, da anni sono impegnati nell’organizzazione del Premio Rocky Marciano dedicato allo sportivo abruzzese che si è distinto a livelli d’eccellenza nella propria disciplina. Quest’anno il desiderio è di continuare a rendere omaggio al pugile imbattuto con una nuova edizione del Premio e con una grande mostra dedicata a Francesco Rocco Marcheggiano, vero nome di Rocky Marciano.

     La mostra itinerante dal titolo “da Rocky a Rocky da passato a futuro” coinvolgerà il centro storico di Ripa e gli angoli più affascinanti del paese per confluire nei suggestivi spazi dell’ex convento del XVI sec sede dei frati minori Francescani.

     Il turista/visitatore vivrà un meraviglioso viaggio che lo condurrà attraverso un percorso in cui suoni e immagini gli faranno scoprire i luoghi dove la famiglia Marcheggiano visse, dove Rocky incontrò “i paesani” e dove gli amici lo accolsero trionfante.

Sezioni mostra e allestimento

     Realizzare una mostra su un grande campione, l’imbattuto campione dei pesi massimi, porterebbe a concentrare l’esposizione sulla notevole carriera: i 49 mach disputati e vinti.

La grande sfida sarà realizzare una mostra dove, partendo da quegli incontri e da quella boxe amata e contestata si arriverà alla conoscenza di uno spaccato storico e sociale che inizierà negli anni ’40 e arriverà fino ai giorni nostri.

     Le tematiche si svilupperanno in sette sezioni, con un unico filo conduttore articolato tra suoni e installazioni ad alto contrasto. Il visitatore avrà la sensazione di essere proiettato in un periodo storico passato e allo stesso tempo la consapevolezza di vivere il futuro. Nel seminterrato del convento si allestirà una palestra degli anni ‘50 e tra luci soffuse, ring e attrezzature si immedesimerà più che ad un allenamento ad una scelta di vita.

     In seguito, il viaggio continuerà nelle sale, ristrutturate per l’occasione, del piano superiore dove in ogni stanza si svilupperà una tematica.

     Si passerà da Rocky Marciano a Nino Benvenuti, per comprendere il campione imbattuto e il campione che ha combattuto e vinto negli USA, da Rocco Mattioli a Paolo Vidoz per conoscere la storia di un altro pugile originario di Ripa Teatina e la storia di un altro grande campione italiano, a Rocky Balboa per osservare disegni, quadri, fotografie e altre forme artistiche ispirate dal pugilato.

     Dopo il primo percorso dove gran risalto è dato al pugile Marciano, si aprono le sezioni più generiche ma fondamentali per capire la vita di un grande atleta. Si parlerà di Immigrazione ricordando la partenza di Pierino Marcheggiano nel 1920, di Pugilato comprendendo i veri motivi dell’approccio allo sport, di Razzismo per continuare ad esultare sulla libertà dell’uomo, di Donne per confermare che il pugilato è cambiato ed è anche femminile.

     La cornice di questo prestigioso evento sarà l’organizzazione di una serie d’attività collaterali da realizzare a Ripa e in altre località della provincia di Chieti.

Cinema Il grande campione, The Boxer, Cinderella Mann, One million dollar baby, Lassù qualcuno mi ama, Il Campione, Rocky Balboa, sono alcuni dei titoli della Rassegna Cinematografica e saranno proiettati nella piazzetta più affascinante del paese.

Convegni Nomi importanti della nostra università, atleti nazionali e internazionali e giornalisti sportivi dibatteranno su:

.   Rocky Marciano: il campione imbattuto

.   1947-2007: 60 anni di round.

Macht In occasione dell’inaugurazione e durante il periodo della mostra saranno organizzati -in collaborazione con

la FPI nazionale e regionale- incontri di pugilato dilettantistico e professionistico.

Scuole Per tutto il periodo della mostra, gli alunni avranno la possibilità di diventare guide turistiche per condurre il visitatore alla scoperta di Ripa Teatina o all’interno della mostra. Potranno inoltre, con i pugili della federazione, salire sul ring e avvicinarsi alla disciplina.

     Inoltre, durante tutto il periodo della mostra, si alterneranno nella nostra provincia nomi illustri del mondo sportivo come Nino Benvenuti e Rino Tommasi, giornalisti della stampa nazionale, scrittori e personaggi dello spettacolo con la passione della boxe, per portare il loro contributo ad un’iniziativa dedicata ad un grande atleta d’origine abruzzese e ad un’importante disciplina che è una vera palestra di vita.

Francesca Mancini

Calendario Mostra ed Eventi

                                         MOSTRA                                                                                                       Â

  Sabato 21 Aprile          Inaugurazione mostra                                                                                     Â

  Domenica 2 Settembre                                                                                                Chiusura mostra                                                  Â

                                         EVENTI                                                                                                          Â

                                         Simposium operatori turistici degli USA In occasione del primo volo

                                        che dal 05 maggio collegherà Pescara-New York, 200 operatori

                                        americani visiteranno la nostra Regione e la mostra su Rocky Marciano.      Â

Convegno “Rocky Marciano: il campione imbattuto”               Ripa Teatina                                          Â

Convegno “1947-2007: 60 anni di round”                               Chieti                               Â

Rassegna cinematografica                                                      Ripa Teatina          Â

 



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