Maria SS.ma del Sudore

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Riportiamo fedelmente il lavoro di ricerca e traduzione di testi antichi condotta dal Dr. Graziano Esposito. Il lavoro è stato reso pubblico ieri, domenica 22 marzo, in occasione della ricorrenza della festa della Madonna del Sudore.

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P. Isidoro Sebastiano O.F.M.

Importanti Ricordi Storici

Interessanti il Comune di Ripateatina

Nonché

La di Lei Veneratissima Immagine

Maria SS. Del Sudore

______ . ______

Datata: Chieti “Conv.to del S. Cuore

22 7ttbre 1946 “

261° Anniversario della Traslazione in Paese

Del già vetustissimo Simulacro.

 Ricerca, trascrizione e introduzione a cura di

 Graziano Esposito

I.MI.F.

Ai miei trapassati Avi

Giuseppe M.a ed Angela Domenica di Palma

E compianti Genitori

Carmine Antonio ed Anna Domenica Giampaolo

Esemplari di Cristiana Religiosità

Dai quali ho ereditato il vero Amore a Dio

E Divozione alla SS. Divina Madre

Queste poche ma pur interessanti Pagini

Sulla nostra Ripateatina ed il Santuario

Di Maria SS. Del Sudore

Quasi Testamento ricordo nei Posteri

__ Stante l’ormai mia tarda età di a. 78 _

Io P. Isidoro Sebastiano ex Ministro Pron.le O.F.M.

__ O. D. C. __

 

Importanti ricordi storici interessanti Ripateatina

Nonché la di Lei veneratissima Immagine

Di Maria SS. Del Sudore.

                                                             ——————————————————-

Come tutti sanno, il paese di Ripateatina dopo avere tanto sofferto per la invasione tedesca 1942-1944 ed esperimentata tutta la loro crudezza d’assassini,rapinatori, ecc. nella fine di dicembre si vede anche forzato a sfollare ovvero meglio a sgombrare tutti indistintamente, restandosi loro soli arbitri d’ogni avere, proprietà, ecc.

Contemporaneamente venne altresì occupata la Chiesa parrocchiale intromettendovi circa 500 operai importativi dall’Emilia, nell’interesse di prestare servizio ai tedeschi nei loro loschi bellici stratagemmi.

A tanto il parroco D. Albino Silvestri non seppe altrimenti risolversi che di consumare le sacre specie  eucaristiche ed allontanarsi insieme alla mamma, la nipote ed altri di famiglia, più licenziando le Suore orsoline dimorante ivi nel convento dei Padri Francescani, propostevi alla direzione dell’asilo infantile, nonché maestre di lavori per le Signorine del luogo.

Verolsi che il Silvestri, in previsione della partenza, abbia preso e nascosto, insieme ad altro di proprio, tutto l’oro del quadro e della statua della SS. Vergine del Sudore; tosto però discoperto da spie e quindi derubato e asportato.

A tanta iattura di essa parrocchiale chiesa e santuario di Maria SS. Del Sudore, l’infrascritto concittadino P. Isidoro Sebastiano fu Carmine Antonio ed Anna Domenica Giampaolo, residente nel Convento del S. Cuore in Chieti, e con lui molti altri compaesani immigrati forzatamente in Città, duolevansi proprio dal cuore per quanto accaduto in paese e pel peggio che tramavansi a fatale rovina. Infatti, si ripeteva ch’era stato tutto minato, compreso la detta antica ed amatissima parrocchiale chiesa matrice.

Comunue, a porre almeno in salvo il vetustissimo prodigioso quadro della Madonna del Sudore e la incorniciata tavola su cui erano cadute le materne stille di Sudore di Sangue amorose dalla fronte della sacra tela ed altro possibile di trasportare, detto Padre quantunque avanti negli anni e le gravi condizioni di salute, eccolo caldamente pressato  a interessarsene ad ogni costo.

Di conseguenza si recò più volte in prefettura, ma replicate promesse, e poi?!… “La facoltà d’accesso per i paesi follati é stato riservato a sé dal comando tedesco, stanziato nel palazzo del dopolavoro alla villa”. E quivi ed ivi altri replicati stentati viaggi perduti, additandogli alfine l’affisso: “Non si concedono permessi per i paesi sfollati”.

A tal altro caso negativo, qual estremo tentativo per andare procuratosi ottenersi  un foglio qualsiasi, carpito a stenti dal Commissario Comunale prefettizio, anch’egli col relativo ufficio recapitato nel palazzo della Provincia, come qui stesso trascritto ad verbam

Comune di Ripateatina

__________

       Il commissario prefettizio attesta

Che Padre Isidoro Sebastiano del Comune di Ripateatina, ha interesse di recarsi in detto Comune per rilevare oggetti di Culto dalla Parrocchiale Chiesa, già autorizzato dai propri Superiori, accompagnato da individui del luogo all’uopo necessari.

Chieti, 2. 2. 1944.

Il Commissario Prefettizio

I.Bernardi

-I- Sig. Com.le

 

 

Foglio effettivamente di nessun valore, ma tanto per un certo accreditamento personale.

Così il seguente 3 febbraio con tempo abbastanza minaccioo di pioggia e suolo e suolo chiazzato tuttavia dalle precedenti nevicate, associato dal nipote Pantaleone Sebastiano fu Giuseppe, dal marito della nipote Bambina Marinucci fu Stefano, Luigi Nicolini fu Sabatino, Antonio Mascitelli di Luigi, Luigi Piersante fu Bernardino e Luigi Giansalvo di Nicola, con la biga a cavallo si mosse da Chieti per Ripateatina.

Lungo la strada rotabile, ridotta fangosissima dai pesanti carriaggi militari, si incontrarono diversi carriaggi autotrasporti con ufficiali e soldati ed altri ci raggiunsero ed oltrepassarono senza rivolgerci osservazione qualsiasi, sebbene evidentemente sorpresi del nostro procedere per dove non v’era permesso transito ed accesso.

Durante l’andata si scorgevano campagne in vera desolazione, alberi stratorti, frantumati i rami, spezzati e diradicati, peggio che di un furiosissimo trascorso uragano, abitazioni rurali smantellate e completamente diroccate.

Giunti in paese fummo fermati da soldati col: “Fermi non si passa ”, nondimeno, a vista del foglio e su nostra insistenza fummo accompagnati al posto di comando, scorgendo ivi tutto in rovina, palazzi defenestrati, mancanti di porte e foracchiati da colpi di cannoni ovvero da mitragliamenti aerei, e lo stesso palazzo municipale privo di porte, balconi in frantumi, finestre sgangherate ecc. ecc. Cui era fatalmente di poi riservata l’estrema rovina avendovi i tedeschi depositato da presso altri fabbricati un forte deposito di materie esplosive e fatto scoppiare in partenza, così oltre altri innumerevoli danni, il centro dell’abitato rimasto in gran parte sventrato.

Al posto di comando, com’era previsto, il predetto foglio fu ritenuto insignificante. Comunque pregammo di permetterci l’accesso alla Chiesa parrocchiale per asportarci almeno un quadro a tela che accortamente manifestammo d’interesse piuttosto storico religioso anziché veramente artistico. Né ci si fece, in verità, ripregare, facendoci accompagnare da un soldato armato. Così, con sommo rincrescimento, scorgemmo ancora altre rovine non inferiori ai precedenti.

La parrocchiale Chiesa, a dir proprio, ancora in buono stato, col campanile e le campane fino allora a posto. Manomesso però l’organo e svuotato il bel battistero perfino della porticina, guasti di statue di santi, rottura di spigoli riparabili. Però abbandonata dagli operai quasi stalla da bestie.

Coadiuvato quindi dall’ebanista Piersanti, fu detratta la veneratissima immagine dell’augusta Vergine, nonché la tavola, bellamente incorniciata a modo di reliquiario, su cui nel marzo del 1728 erano cadute le gocce del Sudore di Sangue. Inoltre, giacché il Soldato a cui avavamo regalato una divota medaglia della SS. Vergine lasciava fare e c’interessava di scrutare anche in sacrestia per tentare di asportarci di altro. Quivi ed ivi si trovarono le finestre spalancate, l’archivio parrocchiale aperto ma quasi integro con i registri, iniziati poco appresso il Concilio tridentino 1600, mancante solo quello dello stato di famiglia o fuocatico del Secolo XVII-XVIII non poco interessante, e come parimenti un messale con borchie ed ornati d’argento. Reliquiari manomessi e sperduti, salvo quello contenente impresso il sangue sgorgato dalla fronte della SS. Vergine e l’altro con un’ampolla del sangue del protomartire e protettore S. Stefano unitamente ad altre importanti reliquie, procurate dall’infrascritto e donate alla propria Terra natale. Però entrambi detti reliquiari mancanti, poiché dispersi, delle corrispondenti autentiche.

Tutto  che v’era negli armadi della sacrestia argenterie, Calici, Pissidi, ostensorio del SS.mo, croci, parati e pianete, Tovaglie d’altari, ecc. ecc., detratti ed ammucchiati alla rinfusa, oltre le argenterie mancanti. Di che se ne formò due grossi involti possibili per asportarsi, compresi il Baldacchino damasco e l’ombrello per le processioni del SS.mo, ed una elegante porticina d’argento per la custodia fatta eseguire dall’ex Parroco D. Carlo Michilli di Chieti e non anche collocato a posto; più la cappetta serica per recare gli ultimi sacramenti nei caseggiati agricoli.

Insomma s’accolse a raccolta quanto ci è stato possibile di trasportare di pregio, d’interesse e di vero inestimabile valore e quindi ci affrettammo, già prossimo alle 11 antimeridiane, il momento della ripresa dell’offensiva e controffensiva aerea e terrestre, per tornarci di tutta corsa in Chieti.

Né eravamo distanziati di molto, ed ecco l’inizio sempre crescente dei tambureggiamenti tra aerei e contraerei in largo giro, associati da pioggia prima lenta e poi dirotta, perseveranti entrambi spietatamente dall’entrata del paese all’arrivo nel S. Cuore in Chieti. Si giunse bensì tutti salvi, ma i spezzoni di mitraglia precipitavano d’appresso, con lampeggi che abbagliavano la vista e riecheggiavano anche poi nelle orecchie.

Sicché l’arrivo e ritorno in Convento fu ritenuto proprio a miracolo della SS. Vergine e Madre di Dio salvando Sé e noi tutti nell’eroico fortunale azzardo.

Così il prodigioso Quadro fu collocato decorosamente quasi in trono in questa nostra chiesa in Chieti, frequentatissima dai fedeli, tra i quali molti ripesi passati, come detto, ad abitare nel dintorno.

Poscia a non molto altri audaci compaesani ritornarono l’andata e riuscirono trasferire qui molte altre statue ecc. quasi tutte malconce dai maleducati operai che v’avevano tenuto alloggio. E fortuna che in convento ci avevamo un religioso confratello a nome Fra Agostino d’Ambrosio che, favorito dallo scultore chietino signor Gentile Giuseppe, si potettero esse statue reintegrare appieno per indi ricondurle nella religiosissima Ripateatina.

(RIGA ROSSA)___________________________________________________

S’approssimava intanto l’annua ricorrenza del gran miracolo d’esso prodigioso Simulacro e bisognava doverosamente commemorarlo. Ma come?… Non tutti i compaesani avevano potuto trovare abitazione, ricetto nei pressi dei questa chiesa del S. Cuore di Gesù, i molti altri circa cinquemila in tutto, avevano dovuto cercarsi ricapito in più punti dell’accogliente Città. Perciò sorse l’idea di celebrarla non solo qui, ma eziandio nel Duomo, ovvero Cattedrale Basilica, ed a ragione, per motivi che saremo anche per dire per la storia Ecclesiastica teatina e la comune conoscenza.

Ed ecco combinato di portar nel Duomo l’originale Simulacro, ed esporre in questa Chiesa una copia, parimenti su tela di minori proporzioni. Copia ritratta dall’originale dipinto poco dopo il gran miracolo, conservato e posseduto in propria camera dal P. Isidoro, e con l’esporre qui altresì la insigne autenticata  Reliquia.

Di conseguenza il 15 marzo, in forma privata, il prodigioso Quadro, accompagnato dal prenominato Padre, fu portato in cattedrale dalla Signora Maria Nicola Orsolini associata dal consorte Sig. Rocco Sebastiano, nipote del P. Isidoro: Collocato ivi bellamente nel cappellone ed altare dell’Addolorata, e dove è stato celebrato in forma solenne il predisposto triduo commemorativo nei giorni 20, 21 e 22 detto mese.

Triduo predicato le singole dal M. R. D. Albino Silvestri, come detto Parroco di Ripateatina, con buon numero di Sante Messe e specialmente il 22, in cui la Messa solenne ed i sacri Vespri furono accompagnati con buona musica della Cappella del Duomo.

Buon concorso di popolo da gremire il vasto Tempio, pari alle maggiori solennità, con innumerevoli comunioni eucaristiche; e similmente nella chiesa del S. Cuore, dove a sera tenne il discorso sacro commemorativo al devotissimo popolo il commosso P. Isidoro, e quindi con la benedizione ed il bacio della saca Reliquia.

Nè è da proferire che l’occasionale festività tutta religiosa solennizzata questa volta in Chieti ha imposto altresì l’affisso di un modesto Avviso sacro melle diverse Chiese della Città, nonchè la puibblicazione parimenti a stampa d’una Cartolina formato dove per la comune conoscenza è stata sunteggiata l’intera storia del pregevolissimo Simulacro, nonchè del sorprendente evento in cui dalla augusta Fronte dell’Immagine di Maria SS. effigiata in essa furono avvistate l’apparirsi di stille di Sudore di vivo Sangue e diverse cadute pur sul sottostante tavolo che v’era stato da molto collato “quasi” altare. Il tutto nel seguente dettato:

 

” CARTOLINA RICORDO DI MARIA SS.ma DEL SUDORE”

Venerata in Ripa Teatina, ove

sudò Sangue dalla fronte il

22 marzo 1728. La quarta              Al ————————————–

domenica di settembre si             ———————————————

festeggia, poi, la Traslazione          ———————————————

e la Incorazione della Ve                      -??????????????———————-

nerata Immagine.

( il 22 marzo 1944 solennizzata ecce-

zionalmente nella Cattedrale di Chieti ).                     Facciata seconda: Immagine di Maria SS.ma

                                                            Riproduzione dell’originale dipinto.

 

Facciata tre= Brevi notizie storiche sulla Vegine SS. del Sudore

La Sacra Immagine, nel concetto dell’artista e dei suoi commissionari vuol raffigurare il singolare privilegio di Colei “Che umile ed alta più creatura rattenne il verginale candore e con l’aggiunta della divina Maternità (Luc: 1) domma riconfermatole dall’ecumenico Concilio Efesino del 431. Senza dubbio il grande San Giustino fu un caloroso sostenitore di tal privilegio ed è perciò che sull’immagine a destra s’associava il divino Infante che dal seno dell’Alma Matre si versa vezzosamente tra le braccia del Santo Protettore della nostra Città ed Archidiocesi preparato per accoglierLo in pontificali paludamenti. Nell’altro lato della Materna Regina guarda commosso l’Apostolo San Tommaso, titolare della Cattedrale Basilica ed oltre, raccolto adorante, si mostra il glorioso San Vito, noto tra primi martiri della cistianità con in catene il suo vigile cane.

Dapprima essa Immagine era venerata con la denominazione di “Maria d’Alento” a causa del tempio che davanti il 1000 le fu eretto presso l’omonimo fiumicello località “Acqua viva”.

Il 19 settembre 1685, in seguito ad alluvionali piogge, detto tempio incominciava a crollare, presente due giovani coniugi Vincenzo Valente e Lucrezia Ambrosini i quali audacemente detrassero dal pericolante sopraltare il venerato Simulacro e trasportato piamente in paese, venne affidato a nobile signor Antonio Briganti.

La sera del lunedì Santo 22 marzo 1728, mentre nell’attigua parrocchiale Chiesa di San Pietro Apostolo si svolgeva la funzione delle Quarant’ore, una pia donna avvisò forte: “Che nel vicino palazzo Briganti la Immagine di Maria SS.ma sudava dalla fronte vivo sangue”. Sacerdoti e Fedeli vi accorsero tosto e constatarono l’indiscutibile veridicità si prostrarono davanti la prodigiosa Immagine e venerarono supplici.

Da allora cominciò ad essere invocata con nuovo titolo di:”Maria SS. del Sudore”. Processionalmente mella detta parrocchiale Chiesa vi collata in venerazione presente altare, già appartenente al pur ripatuto S. Giustino. Proclamata, inoltre, Celeste Protettrice del Paese ed assegnate le annue festività del 22 marzo, memorabilissimo per il di Lei prodigiosissimo Sudor di Sangue, e della IV domenica di settembre a ricordo della Traslazione della vetusta Immagine in Paese; nonchè poscia della solenne Incoronazione il 23 settembre 1928.

Notizie storiche dettate e raccolte dall’infrascritto

P. Isidoro Sebastiano. At quidam con approv. ecclesiastica.

—-Linea Rossa————————————————————————————————————

 

PREGHIERA

Mio Dio, Uno e Trino, per l’immensità  della vostra Divina Misericordi, rimirate le miserie di questa povera anima mia che supplice, si prostra al Vostro Trono, coffessando di aver trascurato la Vostra grazia e vilipeso il Vostro immenso e soave amore.

O Signore, per l’amorevole  misericordia di Maria, la qualebenedetta unione con Voi, nel mondo, per ricordarci le nostre colpe e ricondurci sulla via del bene, volle richiamarci alla mente la sua intima partecipazione alla Vostra dolorosissia Passione, alloeché, con singolare miracolo, Sudò vivo Sangue dalla fronte della Sua venerata Effigie: perdonateci, siateci propizio e benigno nelle angustie ed amarezze della nostra povera vita!

O Signore, per l’amore ed il patrocinio di Maria, accettate la nostra umiliata e confidente preghiera; conduceteci alla salvifica e benedetta unione con Voi, nel mondo e nell’approdo eterno con Voi, nel santo Paradiso. Così sia.

     3 Gloria Patri; Salve Regina ……

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Concediamo a chi recita la presente preghiera 200 giorni d’indul.

                                                         -I- Giuseppe Arcivescovo

Suggello ancor dessi di adesioni su adesioni ed autorità ad autorità sulla storia materiata di fatti e su narrazioni  d’ineccepibile  dimostrazioni circa l’occasionalissimo Prodigio.

 

—linea rossa———————————————————————————–

 

Inoltre, siccome sfollata e svuotata Ripateatina avevano dovuto sfollare non pochi altri paesi e cittadine dell’Abruzzo chietino, compresa Pescara e diverse anche adddirittura ridotte a cumuli di macerie, quanto dinanzi formavano incanti dell’umano soggiorno. Già da più mesi dall’alto gli areoplani pilotati dagli Anglo-Americani mitragliavano ferocemente in basso qualunque località dove ritenevano e supponevano annidati e occultati pattuglie Tedesche, e costoro, non meno barbaramente, non solo contrabbattevano in alto gli avversari areoplani, dirigibili ecc., ma altresì minavano e distruggevano qualunque edificio, opera d’arte, impianti industriali, dighe elettriche, ponti, argini e sostegni di strade, e queste stesse per lunghi tratti minati e minati persino i campi agricoli. Fu scritto di Federico Barbarossa, che faceva disseminare il sale dovunque, secondo lui non avrebbero dovuto risorgere abitazioni umane, e di Attila: che dovunque transitava il suo cavallo non avrebbe dovuto spuntare filo d’erba… Ebbene, i di loro non degeneri discendenti, per quanto è stato possibile in loro, hanno compiuto anche peggio a loro propria eterna infamia, spargendo i campi, oltre che di mine, di composizioni chimiche sterilizzanti, e recidendo oliveti, pianta considerata rispettabile ed anzi sacra dall’intera umanità.

Né da tanto scempio era per essere risparmiata la cordiale, gentile ed ospitale Chieti, dove i Tedeschi s’erano avvantaggiati d’ogni bene di Dio, etrovata fraterna accoglienza quasi 200 mila profughi venuti anche dalle parti più lontane d’Italia. Con tutto ciò anch’essa era stata fatta bersaglio dall’alto, dovunque stimavasi assembramenti e posti di dirigenti Tedeschi, e da costoro con colpidi cannone a lunga portata dai diversi fronti, con non lievi danni e più decine di vittime, e di altre decine di vittime volute dal sospettoso comando Tedesco.

Più, perfino emanato decreti di sgombro da tutti ad ogni costo per essere designata rocca forte di resistenza da parte dei presunti difensori Tedeschi e di conseguenza a concentrazione di bersaglio aereo Anglo- Americano.  Col prevedibile risultato della distruzione della medesima, nonché del catastrofico travolgimento d’altre innumerevoli località.

Ma Dio era con la medesima, intercedente il suo glorioso Concittadino e Protettore S. Giustino, nonché la SS. Vergine interceditrice di tutte le grazie, omnium gratiarum. Tali insistentemente supplicati dal nostro devotissimo popolo, mentre il suo zelantissimo Pastore Arcivescovo D. Giuseppe Venturi s’impegnava in tutti i modi presso entrambi i Comandi e facendo appello perfino al S. Padre Pio XII ed al proprio amico Cardinale Luigi Maglione, Segretario di Stato di Sua Santità a praticare l’omnia possum tra le potenze belligeranti a che la nostra par illustre Chieti venisse dichiarata: “Città aperta”. Dove le avverse forze avrebbero dovuto abbassare le armi e considerassero locum pacis, per essere stati tutti redenti da uno stesso Sangue divino, ripetendoci: Vos omnes fratres estis. Dimittite et dimittemini.Voi tutti siete fratelli. Perdonate e vi sarà perdonato.

Aspirazione ispitata nella mente del piissimo Pastore l’8 dicembre, il dì dell’Immacolato concipimento di Maria SS. e, dopo mesi di ansia e di laboriosissime pratiche, resa esplicitamente pubblica il 25 marzo il dì dell’Annunciazione ed altrimenti dell’Incarnazione del Verbo divino. Su cui è quivi interessantissimo riflettere che se la decisione presa a rendersi manifesta il 23-25 marzo e con discorso in Cattedrale il 26, personalmente dall’Ill.mo ed Ecc.mo Arcivescovo Venturi….. Nell’eterno consiglio, a quo omnia procedit, la vera coincidenza, umanamente parlando,  s’assommava a sera del 22 in cui l’intero popolo teatino raccolto nella propria Cattedrale Basilica davanti la prodigiosissima Immagine di Maria SS. del Sudore in uno ai gloriosissimi S. Giustino e S.Tommaso Apostolo, l’uno Protettore celeste dell’anelante speranzosa Città e l’altro cointeressato titolare d‘esso sacro Tempio, associati dall’orante S.Vito, si determinava indilazionabilmente la supplicacatissima grazia: “Chieti Città Aperta” quale proclamata e ripetuta da “S. Ecc.Mons. Giuseppe Venturi, al suo popolo radunato il 26 marzo 1944 in Cattedrale, per ringraziare il Signore di tanto beneficio”. (Ed.ta da Officine grafiche V. Bonanni).

Discorso sembre ribbocante d’impareggiabile tenerezza verso la sempre Piena di Grazie “Mater popoli theatini”, dove, tra le più sentite espressioni di riconoscenza s’esprimeva altresì… “O Maria, O Maria nostra dolcissima e “carissima Madre! Per tutto quello che avete fatto per noi, per averci “protetti, difesi; per aver salvato la città nostra, la città di S. Giustino, noi vi “saremo sempre riconoscenti; riconoscenti oggi, domani, dopo domani, per “tutta la vita. E tale ricoscenza c’impegna con nuovo titolo, a non “amareggiare più il vostro dolcissimo cuore di Madre; a non offendere più il “Vostro Divin Figliuolo, e nostro amatissimo Redentore, in nessun “modo. Inoltre ci indurrà a praticare le virtù tutte, dalle quali Voi ci deste un “singolare esempio, ma specialmente la purezza e la carità, anche per non “essere figli degeneri del grande taumaturgo S. Giustino celeste Patrono ….”.

Al proposito di tanto memorabile discorso, l’infrascritto si è trovato in circostanza di aggiungere per lui le seguenti considerazioni, riflessioni, le quali presentate rispettosamente al medesimo virtuosissimo Archipresule, se n’è immensamente compiaciuto udirle e rileggere e con l’offerta, qualora venisse deciso di tornare nuovamente a porre in ristampa tal suo Discorso, di aggiungervi senza meno, magari in appendice ovvero in nota, anche tal altre considerazioni, riflessioni:

In questo memorando Discorso, per la storia civile ed ecclesiastica della religiosissima e pervetustissima Chieti,il suo zelantissimo Arcivescovo ha fatto giustamentee sinceramente rimarcare che tutto si è svolto sotto lo sguardo, la protezione di Maria SS. Mater popoli theatini.

Né ha omesso precisarvi le date festive in sorprendente coincidenza dell’insieme, però, inconsiderata l’altra egualmente interessante data del 22 marzo, festività di Maria SS. Del Sudore, protettrice della nostra Ripateatina, commemorata, come quivi detto, eccezionalmente per quest’anno, con solenne triduo nella Chiesa del S. Cuore e nella Cattedrale Basilica di S. Giustino in Chieti ritrovandosi, nell’una la sacra reliquia del Sangue da Lei sudato dalla fronte il 1728, e nell’altra, postavi anche meglio sicuro, il prodigiosissimo Simulacro.

Or com’anche dalla cronistoria del Santuario della Medesima in Ripateatina,estese ed edita dal concittadino P. Isidoro Sebastiano, 1933 at alibi; tale Immagine risulta probabilmente antecedente l’anno 1000 e con assoluta certezza in venerazione davanti il 1300 con la pristina denominazione di “S. Maria d’Alento” poiché l’antichissima Chiesa a Lei sacra trovavasi precisamente presso tal fiumicello, contrada “Acqua viva” ….

Componimento pittorico che ci conferma, altro documento storico, nei fasti della nostra teatina Sede Arcivescovile, cioè, che il nostro taumaturgo S. Giustino, secondo i più vivente tra il terzo e quardto secolo della Cristianità, fu tra i più strenui difensori, contro Nestorio e soci, difensore della Maternità di Maria SS., verità poscia , nel Concilio Efesino 431, elevato a Domma di Fede.

Immagine perciò sovrammodo interessante per se stessa, per la storia che vi si ricollega, nonchè pel prodigiosissimo Sudore di Sangue dalla sua augusta fronte. Così anche pel presente grave incontro e riscontro che mentre lacrimosamente La si pregava dall’intero popolo teatino insieme al grande Protettore S. Giustino,

Monstra te esse Matrem del favore della nostra metropolitica Città, precisamente nel memorabile 22 marzo, il dì commemorativo del grande Miracolo ed annua festività…,  Ella  determinava il Gen.le Feuerstein a concedere alla nostra Chieti l’ambito auspicatissimo privilegio di “Città aperta”. Ossia resa certa di non dovere sfollare e immune da ulteriori devastazioni belliche.

Grazia, privilegio comunicato il seguente dì 23 al nostro piissimo Pastore Monsignor Arcivescovo Venturi, reso noto al pubblico a sera del 25 ed annunciato dal medesimo Venturi con apposito discorso dal pulpito della cattedrale Basilica nella Domenica del 26.

Nè occorre ridirlo che la vasta Cattedrale era stipatissima di devoti, segno che molti, molti dovettero restare fuori nella grande adiacente piazza.

Conclusione questa da valere di risposta altresì ad una donna ripese, la quale udendo ripetere generalmente da tutti : “S. Giustino ha compiuto il gran miracolo…”, ella quasi mormorando aggiunse: “ Sicchè la nostra Madonna del Sudore da noi per tanto tempo pregata, non v’ha per niente cooperata ?!…”.

Benissimo che v’ha cooperata, e come! Presso il proprio Figliuolo e Dio, avendone la maggiore autorità e potenza, anche più di S. Giustino; ma si sappia e comprenda da tutti che nell’economia della grazia tra Dio e l’uomo è innanzi tutti la SS.ma Vergine nonchè i suoi Santi, qualificati da Cristo medesimo per suoi “Amici” (Giov.XV,14). Tutto si opera e procede con perfetta armonia:

“Si come ruota che egualmente è mossa,

l’amor che muove il sole e l’altre stelle”. (Parad.XXXIII,14-15).

Completata la festiva religiosa ricorrenza con l’ottenuta grazia da Dio Ottimo Massimo ed intercessione della SS. Vergine Madre, del glorioso taumaturgo S. Giustino ed alrei Santi Avvovati da tutti supplicati con viva fede. Ossia assicurato “Chieti Città Aperta”, privilegio unico nella martoriata Europa in guerra, unica città dove tutti  i naturati e rifugiati potevano sostare tranquilli e speranti in migliori giorni.

Il quadro di Maria SS del Sudore, come già prima, fu riportato privatamente nella Chiesa del S. Cuore di Gesù  e restato devotamente esposto in attesa della cessazione della deprecatissima guerra.

Cessazione per noi avvenuta il dì 10 seguente giugno con l’arrivo degli avieri Anglo-Americani ( la maggior parte veramente arditi eroi proprio di nostra terra) ed il celere fuggi fuggi dei Tedeschi, quivi stanziati ed altri molti di transito dal prossimo fronte a sud-est. I quali tutti nel loro fuggi fuggi, dalla Teatina Città come altrimenti che i Saraceni nell’835, come dalla Storia del Nicolini, anche allora dal glorioso S. Giustino, mancò agli odierni barbari teutonici puranche il tempo di far esplodere le numerose mine accuratamente collocate lungo le strade colleganti d’ogni intorno e per ogni dove la privilegiata Città, con sicuro risparmio di altre numerose vittime ed altri ingenti incalcolabili danni.

Insomma, ormai per i Ripesi non restava altro ed attendere che il simpatrio della maggior parte dei suoi cittadini forzatamente dispersi, per la designazione del giorno per il ritorno, ivi altresì dei propri Santi e, tra i medesimi, innanzitutti del prodigiosissimo Quadro della SS. divina Madre, la dicui presenza in paese è:

 

“Conforto a tutte lacrime, restauro

De peccatori, ed enesausta fonte

Di grazia, di consiglio e di mercede,

A cui nulla ricusa il divin figlio”.

                                                                    (Samuele Biava 1792-1870).

Tutto predisposto al fine per la domenica 23 luglio; di buon mattino una fiumana di popolo ripese, associato dal M.R. Parroco,  si reca nella Chiesa del Sacro Cuore in questa Chieti, dove, ascoltato con sommo raccoglimento la santa Messa celebrata  dal M. R. P. Isidoro e con breve discorso di circostanza ed addio. Di addio, non sentendosi egli proprio in forza di associarsi loro, processionalmente da tutti ritorno verso Ripateatina con canti di esultanza, di tenerezza e lacrime di gioia, più facile a immaginarsi che comunque manifestarsi.

Tutto ciò detto, per la pura verità storica cronologica  sul Santuario di Maria SS. del Sudore nella mia natale Ripatetina ( 8 ottobre 1868). Mi taccio, quasi soddisfatto di quanto detto, operato e scritto, facendo scusa se a volte s’incontrano espressioni quasi autolodi sul mio nome, incluso invece, proprio per convenienza e assoluta necessità. Né debbo e posso omettere di incitare e raccomandare a tutti, di osannare continuamente e debitamente alla stessa SS. Vergine, avvisando e ricordando con lo Spirito Santo: Che a chiunque ne divulga la Gloria, Ella garantisce ed assicura l’eterna patria del Cielo (Eccl, xxv,31).

Mi taccio e dovrò presto necessariamente tacermi, presentando prossima la “Nostra sorella morte temporale,da cui niun homo vivente può scampare …”. Conforme il sublime Cantico delle Creature, composto e dettato dal mio grande Patriarca d’Assisi S. Francesco.

Sicchè non mi resta che supplicarLa ancora una volta, facendo mia le stesse frasi e versi dettatisi per sé dall’immortale G. Leopardi:

“…… Vergine Diva

                                                                       Deh! Tu soccorri lo spirito lasso

Quando de l’ore udrà l’ultimo suono

Deh! Tu mi aita nell’orrendo passo”.

(C.to Sull’app. to della Morte)

Ovvero meglio con le precise invocazioni delle S. Litanie:

 

“Maria Mater gratiae-Mater misericordiae

Tu me ab hoste protege – Et hora mortis suspice.

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2 Responses to Maria SS.ma del Sudore

  1. Lou Cataldo scrive:

    Grazie Elio per questo storico. c’e molto ricco con dettagli e grazie a Dott. Esposito per tutto il erudito lavoro suo. Un lavoro come questo prende non solo tempo ma anche amore della tema che Graziano Esposito ovviamente ha.

    Lou Cataldo

  2. Esposito antonio scrive:

    Chiesa MADRE Parrocchia di RIPA TEATINA
    FESTA DELLA MADONNA DEL SUDORE 23 SETTEMBRE 2010. A RIPA TEATINA.

    PREGHIERA INTENSA DI DEVOZIONE VERSO LA MADONNA DEL SUDORE.

    HO!! VERGINE S.S. SEI STATA PRESCELTA DA DIO PADRE FRA TUTTE LE DONNE,
    TU SEI IMMACOLATA DA OGNI PECCATO.
    TU!! SEI MADRE DEL SALVATORE CRISTO GESÙ E SEI MAMMA DELL’UMANITÀ INTERA.
    A TE RICORRIAMO, A TE SUPPLICHIAMO, A TE INVOCHIAMO GRAZIE.
    TU CHE NEL MARTIRIO DEL TUO DILETTO FIGLIO HAI SOPPORTATO
    IL DOLORE PIÙ ACUTO E STRAZIANTE AL TUO CUORE.
    VEDERE SOFFRIRE E MORIRE IN CROCE TUO FIGLIO GESÙ IL SALVATORE,
    CHE HA DATO LA VITA , PER REDIMERCI E PROMETTERCI , GLORIA DEL PADRE CELESTE.
    TU SEI REGINA E MADRE DELL’UNIVERSO, FACCI PER SEMPRE FIGLI TUOI.
    VEGLIA AI NOSTRI CUORI E DONACI IL TUO SORRISO DI MADRE CHE TANTO CI AMI.
    IL QUADRO CHE HA SUDATO SUDORE CI TESTIMONIA, QUANDO AMORE HAI PER NOI.
    CI HAI DATO IL SEGNO DIVINO COL TUO SUDORE SUL QUADRO
    TESTIMONI A NOI QUANTO BENE CI VUOI, E QUANDO POSSIAMO RICORRERE A TE
    PER OTTENERE GRAZIE .OH!! VERGINE S.S. CI AMI COME HAI TANTO AMATO TUO FIGLIO GESÙ,
    CI ESORTI A PREGARE PER LA NOSTRA SALVEZZA DELL’ANIMA.
    CI DONI IL PERDONO CHE TANTO CI NECESSITA, CI INDICHI COME PERDONARE I NOSTRI NEMICI.
    IL TUO VOLTO SUDATO DAL DOLORE CHE PROVI PER NOI, IN QUESTA TERRA,
    SIAMO COL PECCATO E TENIAMO LONTANO GESÙ TUO FIGLIO DAI NOSTRI CUORI.
    ASCOLTACI ED INVITACI AD AMARE, PER ESSERE AMATI,
    AD ESSERE NON PIÙ PECCATORI.
    RIEMPICI DEL TUO INFINITO AMORE.
    TU SEI MADRE COPRICI COL TUO MANTO A PROTEZIONE DAL MALIGNO,
    DONACI LUCE DEL TUO VOLTO ALLE TENEBRE DEI NOSTRI CUORI,
    ACCRESCI IN NOI FEDE IN CRISTO GESÙ ORA E SEMPRE.
    RICORDACI AL MOMENTO DEL TRAPASSO DA QUESTA VITA TERRENA,
    INDICACI LA VIA VERSO L’ETERNITÀ.
    RENDICI PRONTI CON LA PUREZZA DELL’ANIMA, PER AVERE LA TUA VISIONE NELL’ETERNITÀ.
    VERGINE S.S. DEL SUDORE, ORA E SEMPRE ALBERGA E RIMANI NEI NOSTRI CUORI.
    UNISCI PER NON ESSERE DISUNITI, LEGACI PER NON ESSERE SLEGATI DAL TUO INFINITO AMORE.
    NOI TI PREGHIAMO CON FERVORE E DEVOZIONE , SIAMO LEGATI AL TUO IMMENSO AMORE.
    COSI SIA SEMPRE, AMEN.
    UN DEVOTO ..TONY ESPOSITO DA TORINO.
    A RIPA TEATINA viene portata in PROCESSIONE con immensa DEVOZIONE..




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