Rievocazione storica Madonna del Sudore

Rievocazione fatta dal parroco Don Gennaro al termine delle funzioni religiose del 22 marzo 07.

Esiste in Ripa teatina una tradizione che si fa risalire al 22.3.1728 la quale vuole che dall’immagine della Vergine SS.ma, che sovrasta attualmente l’altare maggiore di questa chiesa parrocchiale, si sia verificata sudorazione di sangue. Tale tradizione è man tenuta viva non da documenti scritti dell’epoca, ma unicamente dalla commemorazione che il parroco ne fa ogni anno dinanzi ai suoi fedeli. Questa sera siamo qui, proprio per questo: per continuare una ca¬ra consuetudine. La storia ricorda come si ergeva in territorio di Ripateatina una chiesa fin dal sec. XIII, edificata sulla strada intercomunale che da Ripa Teatina porta a Castelferrato, e più precisamente nella località detta “Acque vive”, luogo ove tuttora si dice esservi gli avanzi di una costruzione antica. Il primo ed unico titolo di quella chiesa era S. Maria d’Alento. ln quella chiesa si trovava originariamente l’immagine che oggi è al centro della nostra venerazione. Come è facile osservare, l’immagine è antichissima. Gli intenditori l’annoverano tra i primi lavori ad olio su tela. Essa probabilmente risale al Sec. XV e nulla vieta che possa essere stato dipinto dal pittore Antonio Salario, detto lo. Zingaro, originario di Ripa e vissuto dal 1382 al 1455. Osserviamo il quadro da vicino. La Vergine è seduta in trono con il Bambino nudo, proprio per sottolineare che è Figlio di Dio fatto uomo, seduto sulle ginocchia materne, rivolto a destra nell’ atto di correre tra le braccia di San Giustino. Il Santo in paramenti episcopali si presenta già pronto e felice di accoglierlo a sè. A sinistra della Vergine si trovano in piedi due Santi martiri in atto di ammirazione e di preghiera. Quello sul lato esterno, ancora molto giovane, si riconosce assai bene per S. Vita, dal cagnolino che trattiene nella mano destra. L’altro Santo, dai lineamenti di una persona matura, è invece S. Tommaso Apostolo, anche lui con S. Giustino titolare della Cattedrale di Chieti. Come tutte le cose umane, anche la chiesa di S. Maria di Alento, per motivi che ci sfuggono, con il passare degli anni, andò in de¬perimento. Bastò una pioggia torrenziale più insistente del solito del settembre 1685 e il giorno 19 dello stesso mese precipitò il tetto e stavano per crollare le stesse mura. Ma la Vergine, ivi fervorosamente invocato per vari secoli, fece sì che la sacra tela, che vi era custodita, fosse salvata. Si trovavano ad abitare 11 vicino i coniugi Vincenzo Valente e Lucrezia Ambrosini i quali staccarono senza indugi il quadro della Madonna dalla parete e la portarono in paese. La sacra immagine non fu custodita in chiesa, perchè in questa si svolgevano lavori di ampliamento. Fu perciò presa in casa da un gentiluomo del paese, D. Antonio Briganti, che abitava vicino alla nostra chiesa. Egli la collocò al posto d’onore in una sala del suo palazzo. Questi avvenimenti, infatti, risultano non solo dalla costante tradizione, ma anche da un apposito verbale inserito nel secondo libro parrocchiale degli stati d’anima, a firma dell’ Arciprete Don Giuseppe Mastrangelo. Passarono ancora degli anni, fino al giorno che nella tradizione di Ripa è ricordato come provvidenziale. Si era già nella settimana Santa e precisamente la sera del lunedì Santo 22 marzo 1728. Il sole era tramontato da poco. Il popolo gremiva la chiesa parrocchiale che ormai aveva preso l’aspetto definitivo di oggi. Erano in corso le Sante “Quarantore” e si teneva la predicazione. Sul finire della funzione apparve sulla soglia della Chiesa la dome¬stica di casa Briganti gridando e ripetendo forte: “Sacri ministri, fedeli tutti, gran miracolo della Gran Madre in casa nostra!”, e si affrettò a tornare indietro per non rimanere priva della contemplazione del grande prodigio. Che era avvenuto? La donna aveva già apparecchiato la cena e recitando la corona, si era avviata per portare il lume entro il portone del palazzo, in attesa del ritorno dei signori dalle sacre funzioni, com¬preso l’esemplare religioso Don Fulgenzio. Ma attraversando la stanza del quadro era rimasta sorpresa da un eccezionale chiarore che circondava il quadro di Santa Maria d’ Alento. Accostatasi, sul tavolo sotto¬stante al quadro della Divina Madre, aveva notato gocce di Sangue vivo e, istintivamente sollevato lo sguardo verso la medesima immagine, vide che tali gocce stillavano dalla fronte della Madonna e le scivola¬vano sul petto, sul dorso del celeste bambino, sulle vesti e infine flui¬vano sul quadro sotto il tavolo. La pia donna, non vedendosi subito se¬guita ed essendosi accertata della realtà del prodigio, tornò di nuovo sulla soglia della chiesa, mentre si era già data la benedizione con il Santissimo e tutti stavano per uscire di chiesa. Spingendosi avanti nuovamente, a viva forza, ripetè: ” Sacri ministri, fedeli tutti, correte subito in casa nostra, gran miracolo della Madre di Dio!”. Il popolo corse immediatamente in casa Briganti. Tutti constatarono di persona che quanto annunciato dalla donna era vero. Non restava che inginocchiarsi e, curvando la fronte fra le mani, riflettere al mistero della grazia. Nelle tradizioni di Ripa la Provvidenza inseriva, in tal modo, una memoria della Morte e Resurrezione del Suo Figlio, mistero a cui Ma ria aveva partecipato per prima e da vicino.

 



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